Otto ore di sciopero e manifestazione a Roma sotto la sede del ministero dello Sviluppo economico oggi (giovedì 3 ottobre) per i lavoratori della ex Embraco, ora Ventures Production, di Riva di Chieri (Torino). L'iniziativa, promossa da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, è stata organizzata dopo il mancato avvio produttivo e le proteste dei lavoratori che hanno portato alla convocazione da parte del ministero del tavolo di crisi per il prossimo 23 ottobre (alle ore 15). Uno sciopero si è tenuto anche mercoledì 2, con blocco dei cancelli dello stabilimento, dopo alcune notizie di stampa secondo cui la nuova proprietà, pur dichiarando di non avere i soldi per avviare l'attività produttiva, pagherebbe stipendi d'oro ai manager.

“Alle sottosegretarie al Lavoro, Puglisi, e allo Sviluppo economico, Todde, abbiamo ribadito che la reindustrializzazione non è mai partita, si continua a spostare in avanti la data di avvio, la scadenza degli ammortizzatori sociali si avvicina e il vertice convocato al Mise per il 23 ottobre è troppo lontano”. Così in una nota Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom.

“Sono mesi che si spostano le scadenze, sono mesi che denunciamo il fatto che non si sta facendo nulla di quanto previsto nel piano industriale di giugno 2018. Cosa abbia convinto Invitalia e l'allora ministro dello Sviluppo economico nel momento in cui hanno selezionato il piano di Ventures – azienda individuata da Whirlpool che poi si è prontamente sfilata – a questo punto ci sfugge. La stessa Invitalia andò all'assemblea con i lavoratori promettendo di intervenire in caso di necessità: quel momento è arrivato, Invitalia intervenga subito o sarà tardi per i 413 lavoratori e le loro famiglie”, continua Tibaldi. 

Nel gennaio 2018 la Embraco (gruppo Whirlpool) annuncia la delocalizzazione della produzione, la conseguente chiusura dello stabilimento e il licenziamento dei 413 lavoratori. Nel giugno 2018 l'impianto viene rilevato dal gruppo cino-israeliano Ventures, che dovrebbe produrre robot per la pulizia di pannelli solari e riassorbire tutti i dipendenti dell'ex Embraco. Contestualmente il ministero dello Sviluppo economico concede 24 mesi di cassa integrazione straordinaria. La Ventures avrebbe dovuto iniziare la produzione nel gennaio scorso, ma l'inizio dell'attività è stato posposto più volte, l'ultimo rinviato è per novembre prossimo. Finora sono rientrati in fabbrica 187 lavoratori “ma senza essere impiegati in alcuna mansione produttiva”, denunciano i sindacati, chiedendo di non vanificare gli sforzi fatti per il salvataggio dello stabilimento.

“È urgente dare avvio al più presto al piano industriale della Ventures Production, che in quasi 15 mesi non è stata in grado di sviluppare un progetto finanziario e produttivo di alcun tipo”, illustrano Fiom, Fim e Uilm: “Il torinese è di fatto una ‘scatola vuota’ e restano nove mesi di tempo allo scadere dei due anni di cassa integrazione straordinaria”. I sindacati contestano anche la convocazione per il 23 ottobre: “È evidente che convocare il tavolo di crisi tra un mese riduce ulteriormente i già risicati spazi concessi dagli ammortizzatori sociali per portare a termine il processo di reindustrializzazione”. I sindacati, dunque, si appellano all'esecutivo: “Non è accettabile che il governo abbandoni i 413 lavoratori e le loro famiglie dopo essersene assunto ufficialmente la responsabilità”.

I lavoratori sono arrivati all'esasperazione, spiegano Edi Lazzi (segretario generale Fiom Cgil Torino) e Ugo Bolognesi (responsabile Ventures per la Fiom). “È dall'inizio dell'estate che aspettiamo il tavolo a Roma, che il ministero si era impegnato a convocare entro la metà di giugno. La situazione è molto grave e non si può aspettare fino al 23 ottobre”, argomentano i due esponenti sindacali: “Servono soluzioni e certezze perché il piano industriale presentato a suo tempo da Calenda e Invitalia si sta rivelando inefficace”. Ugo Bolognesi sottolinea, in particolare, che “già a gennaio e febbraio avevamo visto che nello stabilimento non c'era niente e non stava succedendo nulla, nonostante quello che avevamo detto nel piano industriale di giugno 2018. Ci chiediamo cosa abbia visto Invitalia in questo progetto. Invitalia è venuta in assemblea con i lavoratori promettendo di intervenire in caso di necessità, e ora il momento è grave”.

(mt)