Sull’emergenza infortuni e sicurezza nei luoghi di lavoro governo e parti sociali si aggiorneranno tra dieci giorni. È questo l’esito della riunione odierna tenutasi al ministero del Lavoro. Il tavolo terminato al ministero "ha prodotto la condivisione con le parti sociali, con tutti coloro che si occupano di sicurezza lavoro, dall'Inail all'Inps, alla conferenza Stato-Regioni, di tutte le tematiche, le criticità e le possibili risposte da mettere in atto". Lo ha dichiarato la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, parlando con i giornalisti al termine dell'incontro. "Dobbiamo mettere in coordinamento tutti gli attori e affrontare questo tema per fare in modo che si riduca i rischio degli infortuni sul lavoro in Italia, nel modo più celere possibile". Tra dieci giorni – ha aggiunto – faremo una sintesi delle proposte e delle criticità che ci invieranno tutti per affrontare i temi a uno a uno e vedere come risolverli".

Nel corso del confronto, Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha sottolineato che "se si vuol fare un piano straordinario di prevenzione degli infortuni sul lavoro servono anche assunzioni agli ispettorati e nelle Asl e serve un maggiore coordinamento tra i diversi soggetti che gestiscono le banche dati". Il leader della Cgil osserva poi che c’è bisogno di "maggiore formazione rivolta sia ai lavoratori che agli imprenditori e bisogna intervenire sul sistema degli appalti, modificando lo sblocca cantieri. Inoltre, abbiamo proposto di introdurre una patente a punti per le imprese, in modo che le più virtuose abbiano un punteggio maggiore e per arrivare a escludere dagli appalti quelle più coinvolte nelle malattie e negli infortuni". Insomma, "serve un sistema di sanzioni e incentivi. È importante – conclude Landini – aver avviato il confronto”.

"Per il tema della sicurezza legato al lavoro è necessario un dialogo condiviso per trovare soluzioni concrete. Su questa tematica mettiamo tutto il peso e la forza del governo". Lo ha scritto su Twitter il ministro della Salute, Roberto Speranza, anche lui presente al tavolo.

"Un decreto legge per rispondere alle prime, impellenti urgenze in materia di sicurezza sul lavoro". A proporlo è stato il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, nel corso dell'incontro. "Siamo di fronte a un'emergenza nazionale – ha sottolineato –, da inizio anno registriamo già oltre 600 decessi, bilancio a cui va aggiunta la conta dei casi non censiti". Per Sbarra, "è apprezzabile che il primo degli incontri tematici si svolga su questo argomento, ma bisogna subito passare dalle parole ai fatti. Per questo chiediamo l'approvazione di un decreto d'urgenza che dia prime e immediate risposte ad alcune questioni irrimandabili". Tra queste, "il bisogno di istituire un meccanismo di premialità e sanzione, una sorta di patente a punti, con cui misurare la correttezza delle imprese; la necessità di intensificare controlli e ispezioni sui territori e meglio coordinare gli attori coinvolti; l'esigenza di potenziare la filiera della sicurezza con nuove assunzioni negli ispettorati e nella medicina del lavoro. E ancora, l'urgenza di reintegrare il taglio di risorse imposto al fondo contro gli infortuni dell'Inail e di modificare il decreto sblocca cantieri nelle parti relative alla gestione degli appalti".

"Formazione, informazione, assunzioni, sanzioni": questi, per il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, i quattro punti su cui strutturare un documento che coinvolga tutte le parti sociali, imprenditoriali e istituzionali, coinvolti nei processi per la salvaguardia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. "Servono una formazione e un'informazione più capillare – ha sottolineato Barbagallo al tavolo del ministero del Lavoro – perché, spesso, soprattutto in alcune realtà lavorative, non si ha conoscenza e consapevolezza delle leggi e degli stessi strumenti a disposizione per realizzare una vera ed efficace prevenzione dagli infortuni". Quello che "più colpisce – ha ricordato il leader della Uil – è che abbiamo tipologie di incidenti analoghe a quelle del 1911 e che l'85% dei controlli ha fatto emergere delle irregolarità. Ecco perché una vera campagna contro gli infortuni deve essere messa in atto insieme alle imprese".