Dopo il mancato via libera alla cassa integrazione, nel pomeriggio di ieri (23 luglio) 43 lavoratori della Elexos (ex Schneider Electric) hanno deciso di occupare lo stabilimento di Rieti. “Come Fiom siamo con loro per difenderlo e per rivendicare urgentemente una soluzione positiva della vicenda”, dichiarano Francesca Re David, segretaria generale della Fiom, e Fabrizio Potetti, numero uno delle tute blu di Roma e Lazio. “È una vergogna. I lavoratori che, in una provincia devastata industrialmente e massacrata dal terremoto, hanno scelto di investire le risorse che la Schneider era disponibile a dare per la chiusura dello stabilimento in una nuova attività industriale, vengono traditi brutalmente in tutte le loro aspettative e rischiano di essere licenziati tutti”.

“Il gesto estremo – spiega all’Ansa il segretario della Fiom Cgil Rieti Roma Eva, Luigi D'Antonio – si è reso necessario per difendere i posti di lavoro messi a rischio dalla procedura di licenziamento collettivo che scade il 28 luglio. Dopo gli impegni presi per la prosecuzione con una cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività in attesa di una soluzione industriale, ci ritroviamo senza nessun accordo e con le lettere di licenziamento pronte”.

“È assurdo – aggiunge D'Antonio – che dopo aver investito 60 mila euro a lavoratore più tutta la mobilità proprio per lavorare e reindustrializzare il sito, adesso ci venga detto che non ci sono i soldi per coprire i costi della cassa integrazione. Facciamo un appello a tutte le istituzioni affinché si trovi una soluzione per evitare i licenziamenti. C’è un accordo sottoscritto al Mise, firmato da tutti, compresa la Schneider che ha ceduto il sito. I lavoratori – conclude – con questa iniziativa intendono difendere lo stabilimento sentendosene anche ‘proprietari’, visto che hanno contribuito con circa 3 milioni di euro per rilanciarlo”.