“Il recentissimo rapporto nazionale Inps conferma le valutazioni dell’Ires Cgil Umbria sulle differenze salariali che purtroppo sono diventate un dato strutturale della nostra regione”. Così Mario Bravi, presidente dell'istituto. I lavoratori full time dell'Umbria hanno percepito nel 2018, una media di 23.273 euro lordi mensili, contro una media nazionale pari a 27.648 euro (-16%). “Si conferma dunque sostanzialmente un problema salariale in Umbria, più rilevante di quello che si manifesta a livello nazionale. Nel caso invece dei lavoratori part time, il salario medio umbro (11.516 euro) è superiore alla media nazionale (10.658). In questa seconda situazione, però, il dato è meno indicativo visto che non si conosce con precisione la situazione delle ore lavorate. Le differenze in negativo tra Umbria e Italia si evidenziano anche rispetto alla retribuzione media giornaliera che è di 95 euro in Italia e di 87 in Umbria. Per quanto riguarda i lavoratori full time la differenza è ancora più evidente: 108 euro in Italia e 91 in Umbria”, si legge in una nota di Bravi.

Altro dato interessante che emerge dal rapporto Inps è relativo alle domande di “Quota 100” per quanto riguarda il pensionamento. Le domande in Umbria (dato aggiornato al 30 giugno 2019) sono state complessivamente 2.160, in netta maggioranza presentate da uomini (1.560 contro 654). “Questo dato mette in evidenza un primo grande limite di ‘Quota 100’, che penalizza le lavoratrici, che hanno percorsi previdenziali più discontinui rispetto ai maschi. Inoltre, 1.423 domande provengono dal settore privato e 737 dal settore pubblico. Gli importi medi mensili nel settore privato sono pari a 1.701.334 lordi, inferiori di 162 euro mensili rispetto alla media nazionale, mentre nel settore pubblico gli importi medi mensili si attestano a 2.341 euro lordi mensili, superiori di circa 100 euro alla media nazionale. In ogni caso, l’utilizzo di ‘Quota 100’ si dimostra inferiore alle prospettive e alle attese che si erano determinate”, si legge nel comunicato.