Le categorie nazionali del pubblico impiego di Cgil Cisl e Uil hanno proclamato lo sciopero nazionale dei lavoratori del ministero della Giustizia per il prossimo 28 giugno, data l’assenza di soluzioni e confronto col ministro Bonafede, e l’immobilismo sulla road map di interventi stabiliti e condivisi dal 2017 con il dicastero. Particolarmente grave la situazione negli uffici giudiziari del Lazio, dove già mancano oltre mille unità. “Abbiamo denunciato da tempo – commentano le categorie regionali Fp Cgil, Cisl Fp, UilPa – la crisi occupazionale attuale e il preoccupante quadro delle fuoriuscite, aumentate dall’ingresso di quota 100. Solo nel distretto di Roma a inizio 2019 si registrava già il 23 per cento in meno del personale previsto”. 

Dalla Cassazione alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, alla Procura generale della Repubblica presso la Suprema Corte: in tutti gli uffici giudiziari centrali di Roma le carenze vanno dal 40 al 100 per cento, come nel caso del Tribunale superiore delle acque. Dai cancellieri agli assistenti giudiziari, dagli operatori a tutte le altre figure indispensabili per il funzionamento degli uffici, per ogni profilo si registrano vuoti che già oggi mettono a rischio le aperture. Al netto dei 903 assistenti giudiziari che saranno assunti rapidamente dalle graduatorie in vigore, le 4.200 unità per tutta Italia previste con i prossimi concorsi non saranno altro che una goccia nel mare se, solo nel 2019, andranno in pensione oltre 7.000 dipendenti, che supereranno i 10.000 entro il 2021.

“Oltre a un piano triennale che preveda più assunzioni – proseguono i sindacati – di pari urgenza è intervenire sulla valorizzazione delle professionalità in servizio, ovvero chi si è fatto carico negli anni di responsabilità anche maggiori rispetto al proprio ruolo, attraverso progressioni giuridiche, cambi profilo e passaggi di area, oltre al riconoscimento economico, per chi registra stipendi tra i più bassi del comparto, attraverso un sistema premiale trasparente, adeguato e aggiornato. Manca anche, in alcuni casi, trasparenza nella gestione delle risorse decentrate e quindi nella corretta distribuzione del fondo, così come ancora è necessario vigilare per la corretta applicazione degli istituti del nuovo ccnl e molto va corretto, sempre in termini di trasparenza nel controllo della distribuzione delle risorse, nel nuovo sistema di misurazione e valutazione delle performance”.

Tema prioritario è anche quello della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro: stanze ingombre di fascicoli, locali con impianti di aerazione inadeguati, continua manutenzione. Per aerare le stanze, ad esempio, al Tribunale civile di via Giulio Cesare si tengono le finestre aperte, su zone trafficate e conseguenti rumori ambientali. Peggio ancora, alla Corte d’appello di Roma e all’ufficio Nep è di questi giorni il ritorno dell’allarme legionella, periodica costante dell’edificio. 

“Mentre sono in corso gli interventi – sottolineano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Roma e Lazio –, i lavoratori non possono utilizzare acqua dei rubinetti, servizi igienici, aria condizionata: abbiamo richiesto l’attivazione dei controlli medici per certificare la salute di chi possa essere venuto a contatto con il batterio. Condizioni complessivamente critiche, che mettono a serio rischio la salute e il benessere di chi già opera con sovraccarichi di lavoro ormai ogni giorno. Una giustizia a metà allontana sempre di più gli investimenti. Dal ministro Bonafede ci aspettiamo impegni precisi e interventi organici: ridurre così una delle funzioni strategiche, svalutando in primis il lavoro, vorrebbe dire lasciare che il Paese si fermi”.