Le assemblee dei lavoratori Bombardier, a seguito dell’incontro svoltosi il 6 giugno al Mise, "hanno deciso di sbloccare le rimanenti otto ore di sciopero proclamate lo scorso 6 maggio per contrastare le decisioni del Gruppo che smembrano lo stabilimento e rischiano di portare alla chiusura del sito produttivo". E' quanto si legge in una nota di Fim, Fiom e Uilm di Savona e della Rsu Bombardier Transportation Vado Liguria. Spiega la nota: "La richiesta di collaborazione rivoltaci dall’azienda è assolutamente irricevibile alla luce dei fatti. La conferma della cessione della funzione ingegneria è una decisione gravissima, non dettata da alcuna ragione di natura industriale e dimostra l’assoluto menefreghismo nei confronti di lavoratori che hanno sempre operato con altissima professionalità e grande impegno. Il rifiuto anche ad impegnarsi alla riassunzione dei lavoratori interessati dalla cessione qualora Segula non dovesse garantire la prospettiva occupazionale che ci è stata esplicitata (almeno tre anni di attività garantita) rappresenta la conferma che Bombardier intende abdicare al suo ruolo di responsabilità sociale".

"La mancanza di disponibilità a discutere delle trattative in corso per trovare un partner industriale per le operations - proseguono sindacati e Rsu -, senza neppure fornire assicurazioni circa le caratteristiche del partner stesso, unita all’indisponibilità a rispettare l’impegno di trasferire in Italia carichi di lavoro legati alla produzione di locomotive DC3 per il mercato estero, conferma l’inaffidabilità di un Gruppo che non ha alcuna volontà né alcuna forza per garantire una prospettiva allo stabilimento. Il fatto poi che ciò avvenga all’indomani dell’assegnazione della commessa per la produzione di 14 treni ad alta velocità da sviluppare insieme ad Hitachi (rispetto a cui non è stata fornito ancora alcun dettaglio circa i carichi di lavoro) è un qualcosa di inaudito".

"Pertanto le assemblee dei lavoratori hanno deciso di sbloccare le rimanenti otto ore di sciopero proclamate lo scorso maggio e congelate a seguito delle novità poi emerse (a partire dalla visita del Ministro Di Maio e dal suo impegno per la difesa del sito). Con tali attività di lotta, a cui si aggiungeranno altre ore di sciopero qualora fosse necessario, intendiamo bloccare la consegna delle locomotive in produzione per i clienti italiani. Intendiamo colpire, come già fatto il mese scorso, il business di Bombardier per richiamare il Gruppo alle proprie responsabilità e per obbligarlo a passare la mano se non è in grado, come pare non sia in grado, di garantire produzione ed occupazione", incalzano i lavoratori.

"Abbiamo bisogno di fatti. E’ inutile che Bombardier chieda collaborazione dopo anni di politiche sbagliate e penalizzanti per Vado. E’ nostra intenzione monitorare l’andamento degli impegni assunti dal Gruppo col Mise che prevedono un nuovo incontro prima della fine del mese e la riconvocazione del tavolo immediatamente dopo la metà di luglio per discutere di piano industriale e non solo di intenzioni non supportate da alcun fatto. Apprezziamo l’assunzione di responsabilità del Mise a garantire un positivo esito della vertenza anche attraverso attività di persuasione “pesanti” come la pressione verso Trenitalia affinché, in assenza di impegni precisi, venga revocata la commessa sull’alta velocità e verso Mercitalia affinché faccia un’analoga azione rispetto alle 65 locomotive MS3 che Bombardier ha trasferito in Germania, penalizzando ancora una volta la produzione nazionale, e la cui produzione ha accumulato ormai oltre 12 mesi di ritardo. Sarà pertanto importantissimo se non addirittura cruciale l’incontro del prossimo luglio. Sin d’ora richiamiamo le Istituzioni e la politica territoriale a garantire presenza e supporto alla lotta dei lavoratori per il futuro produttivo ed occupazionale non di un solo sito ma di un intero territorio" conclude il comunicato.