“Stiamo ufficialmente dicendo alla mafia di accomodarsi in ogni appalto”. Questo il commento di Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, alla notizia battuta dalle agenzie, secondo la quale il ministro Salvini presenterà un emendamento al decreto sblocca cantieri che sospenderebbe il Codice degli appalti per due anni.

La proposta di Salvini, prosegue il sindacalista "non meriterebbe commento per non alimentarne mediaticamente la visibilità ma il fatto che ad avanzarla sia il ministro degli Interni, oltre che leader politico, ci impone di prenderlo sul serio. E allora questa proposta va chiamata con il suo nome: è pura follia, è un invito a un gran galà per la peggior specie di imprenditoria, quella mafiosa, quella che con la concorrenza sleale ammazza le imprese serie e regolari, quella che considera il salario, i diritti dei lavoratori e la sicurezza semplici optional di cui potersi liberare".

"Chiunque di noi avesse fatto affermazioni simili in una assise del sindacato o dell'organo di rappresentanza dei costruttori, sarebbe stato immediatamente portato via da due nerboruti infermieri”, conclude il dirigente sindacale.

Sblocca cantieri, Fillea: è decreto "ammazza operai"

Da tempo le regole sugli appalti sono al centro della polemica: il sindacato si oppone con forza alle modifiche introdotte dall'esecutivo. Il 20 maggio è stato approvato l'emendamento allo sblocca-cantieri che esclude d'indicare, in sede di gara, in modo separato il costo del lavoro e i costi della sicurezza. “Da domani chiamiamolo col suo vero nome: decreto sblocca caporali o decreto ammazza operai”, era stato il commento della Fillea in quell'occasione. Il sindacato degli edili aveva detto: “Siamo a un regalo vero e proprio a caporali e imprenditori senza scrupoli. Non pensavamo che un testo di riforma già così brutto - perciò lo avevamo chiamato sblocca porcate - potesse produrre un vero e proprio accanimento contro i lavoratori, i loro diritti, la loro sicurezza”.

Attualmente, nella ricostruzione di Genovesi, “il Codice degli appalti obbliga - con l’articolo 95 comma 10, che rinvia agli articoli 97-23 - a indicare quando si partecipa alla gara, in modo separato, i costi della manodopera e gli oneri della sicurezza, escludendo questi ultimi da ogni possibile ribasso. Questo, per varie ragioni, ovvie ai più: avere visibilità specifica sulle diverse voci che riguardano i lavoratori, a partire dai contratti collettivi applicati e relativi salari, ma soprattutto per evitare che si possa esercitare, surrettiziamente, il massimo ribasso sulla formazione o sui dispositivi di protezione individuale, cioè che si possa risparmiare sulla vita umana".

LEGGI ANCHE Sblocca appalti, serve più trasparenza