Protesta nazionale oggi (giovedì 30 maggio) dei lavoratori civili della Difesa. “Basta con le promesse non mantenute, testimonieremo il nostro fermo dissenso nei confronti dell'inerzia istituzionale fin qui palesata dal ministro Trenta verso il personale": così Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Confsal Unsa, annunciando anche un presidio a Roma, alle ore 10 in piazza San Bernardo (nei pressi di Palazzo Esercito). Sit-in si svolgono  comunque in tutta Italia, presso i maggiori enti della Difesa e sotto le Prefetture. In vista della manifestazione nazionale di sabato 8 giugno a Roma, intitolata 'Il futuro è servizi pubblici', le lavoratrici e i lavoratori (già in stato di agitazione) alzano dunque il livello della protesta.

A un anno dall'insediamento del vertice politico, per i sindacati "non una delle criticità discusse con il ministro è stata risolta". Nello specifico, le questioni aperte vanno dal “superamento dei vincoli imposti dalla legge 244/2012 a un urgente piano straordinario di almeno 5 mila assunzioni nel triennio 2019/21; dal recupero del divario economico esistente (certificato attorno al 30 per cento in meno) fra la retribuzione accessoria attribuita ai lavoratori civili della Difesa e quella percepita dai colleghi impiegati in altri ministeri e amministrazioni, allo sblocco delle progressioni tra le aree funzionali del personale civile”.

Non solo. Mancano all'appello anche “la definizione della parte normativa del ccnl, il legittimo riconoscimento dei benefici previsti per i lavori insalubri e polverifici espletati nel corso degli anni, la ricollocazione su base volontaria in altri ministeri o pubbliche amministrazioni del personale ex militare, transitato nei ruoli civili della Difesa, la risoluzione di problemi legati alla pessima gestione delle buste paga del personale civile, che fa della Difesa un unicum negativo in tutta la pubblica amministrazione". Secondo i sindacati l’attesa è finita, dal ministro Trenta arrivano solo vuote dichiarazioni di disponibilità. “È tempo che il titolare della Difesa - concludono - assuma per intero le responsabilità che derivano dal ruolo istituzionale, di fronte ai propri 27 mila dipendenti e alle loro famiglie, realizzando senza ulteriore ritardo gli impegni che ha assunto nei loro confronti".

(aggiornamento ore 13.25)