Rimborsate tutto, noi siamo al fianco dei clienti. Potremmo riassumere così la posizione dei sindacati del Banco Bpm, terzo gruppo italiano più grande (dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit), in seguito alla vicenda degli investimenti in diamanti. E a sostegno della propria posizione hanno indetto uno sciopero generale per oggi (lunedì 20 maggio) della Toscana e delle province di La Spezia, Genova, Venezia e Verona. Una manifestazione interregionale è prevista a Lucca (corteo, con partenza alle 10.30, da piazza Santa Maria a piazza San Gusto), mentre presìdi sono organizzati a Mestre (in via Verdi a partire dalle ore 9), Verona (in piazza Nogara a partire dalle ore 10.30) e Genova (in via Garibaldi a partire dalle ore 10).

Fisac Cgil, Fabi, First Cisl, Uilca Uil e Unisin affermano “la ferma volontà dei lavoratori di porsi al fianco dei clienti che chiedono il rimborso integrale dell’investimento in diamanti”, rilevando che il personale “che ha operato con la clientela lo ha fatto in piena buona fede, trasmettendo il contenuto della documentazione ricevuta dall’azienda”. Le informazioni, infatti, presentavano l’acquisto di diamanti della società Intermarket diamond business (Idb) come “un bene rifugio per eccellenza, con una lunghissima serie storica di continui incrementi di valore”, società poi fallita all’inizio dell’anno (con sentenza 43/2019 del 10 gennaio scorso del Tribunale di Milano).

Poi, come noto, la trasmissione Rai Report nell’ottobre 2016 ha fatto emergere “quanto il valore effettivo delle pietre fosse molto inferiore a quello dichiarato, con gravi danni a carico dei clienti”. Fisac, Fabi, First, Uilca e Unisin sottolineano che “a dimostrazione della loro buona fede, anche molti dipendenti, compresi amici e familiari, hanno acquistato nel corso di questi anni gli stessi diamanti”. I sindacati si dicono “ben consapevoli della sofferenza, quindi anche dell’esasperazione dei clienti per questa perdita e per le difficoltà di riavere i diamanti per coloro che li hanno affidati in custodia alla Idb”.

Il Banco Bpm avrebbe dovuto “preventivamente verificare il contenuto delle informazioni provenienti da Idb, poi trasmesse ai dipendenti e, di conseguenza, ai clienti. Avrebbe di conseguenza dovuto evitare di prendere accordi commerciali con questa società che forniva i diamanti”. L’istituto, ricordano i sindacati, anche per questo “è stato sanzionato dall’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, e il Tar del Lazio ha confermato la decisione”.

Fisac Cgil, Fabi, First Cisl, Uilca Uil e Unisin, in conclusione, sottolineano che “è la prima volta che i lavoratori scioperano per difendere i propri clienti, perché solo così possiamo difendere il nostro futuro. Viviamo della fiducia della clientela”. E chiedono al Banco Bpm di “rimborsare integralmente gli investimenti in diamanti, dietro il ritiro delle pietre o loro certificati, come stanno facendo altri importanti gruppi bancari coinvolti in questa vicenda”.