“La Flai Cgil si è costituita parte civile nel procedimento penale a carico di Andrea Caroti, il comandante del peschereccio accusato di aver costretto il marinaio senegalese irregolarmente impiegato a bordo Seydi Samba a gettarsi in acqua per sfuggire al controllo di una motovedetta della Capitaneria di porto”. Ne dà notizia in una nota la Flai Cgil nazionale. “Tutto ciò sebbene il comandante sapesse che il marinaio non era sufficientemente in grado di nuotare”.

“Un atto disumano – dichiara Antonio Pucillo della Flai nazionale – degno della giusta attenzione che sta dimostrando il tribunale di Livorno. Il fatto in questione, avvenuto al largo della costa in località Calambrone (Pi), risale al 2016. Caroti è anche accusato d'aver fatto successive pressioni su Seydi affinché al cospetto della polizia giudiziaria rendesse dichiarazioni mendaci sull'accaduto. Il comandante è infine accusato di sfruttamento per aver impiegato sul peschereccio senza alcun contratto di lavoro Seydi e altri sei lavoratori africani, con retribuzioni inadeguate alla quantità e alla tipologia di quanto svolto e in barba alle normative su orari, riposo settimanale, ferie e altro. A ciò si aggiunge che Caroti avrebbe ripetutamente minacciato e offeso i lavoratori”.

“La Flai Cgil – conclude Pucillo – è da sempre in prima linea nella tutela dei lavoratori, ma un evento di questa gravità travalica la nostra immaginazione, anche se spesso ci siamo trovati in situazioni paragonabili alla schiavitù. È per questo che insieme alla Flai Cgil provinciale di Livorno abbiamo deciso di costituirci parte civile. Episodi del genere, in cui è evidente l’inesistenza del rispetto dell’essere umano, non possono e non devono essere tollerati”.