“La situazione della Giustizia è gravissima e destinata a diventare ingestibile: negli uffici giudiziari del Lazio mancano 1.034 unità di personale a cui se ne aggiungeranno altrettante in conseguenza del prevedibile esodo di lavoratori nel prossimo triennio. Se non si interviene subito, il rischio è la paralisi”. Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Maurizio Narcisi – segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Pa Roma e Lazio – lanciano l’allarme, commentando la ricognizione elaborata dai coordinatori regionali delle tre federazioni - Liliana Antonacci, Marco Sozzi e Iolanda Guastella – sui dati del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria.

Secondo i calcoli dei sindacati solo nel distretto di Roma, le vacanze di organico a inizio 2019 hanno raggiunto il 23,56% del personale previsto. "Si tratta di funzionari, cancellieri, assistenti giudiziari, operatori e di tutte le altre figure professionali indispensabili al funzionamento degli uffici”, attaccano i segretari regionali di categoria di Cgil Cisl e Uil. “Al Tribunale di Roma mancano 301 unità rispetto alle 1.203 necessarie, alla Procura della Repubblica della Capitale 125 su 610, alla Corte d’Appello 63 su 327, al Tribunale di Sorveglianza 19 su 76. Gli altri uffici giudiziari della regione non stanno meglio, basti pensare che al Tribunale di Latina sono scoperte 43 posizioni sulle 155 previste e a Velletri 37 su 143".

E il trend è inesorabilmente destinato a peggiorare vista l’età avanzata dei lavoratori e i pensionamenti alimentati anche da quota100. Senza contare la necessità di rinforzare gli uffici dell’amministrazione centrale della Giustizia, in particolare in quelle aree, come l’ufficio pensioni e l’ufficio concorsi, la cui funzionalità è indispensabile in una fase come emergenziale, ad evitare il default del sistema. “Un’emorragia che non si può fermare con un cerotto”, spiegano Di Cola, Chierchia e Narcisi. “Non bastano le assunzioni programmate: 4.200 unità per tutta Italia, calcolando uno scoperto complessivo di 9.573 a cui si sommeranno 10.685 pensionamenti entro il 2021, che per la gran parte saranno incardinate solo al termine delle lunghe procedure concorsuali".

Per i sindacati "serve una cura immediata, una road map di interventi che è stata già definita nell’accordo di aprile 2017 tra sindacati e ministero della Giustizia. Occorrono nuove immissioni da realizzare subito attraverso lo scorrimento della graduatoria interna dei funzionari giudiziari idonei. E servono le progressioni giuridiche, ossia i cambi di profili, a domanda, nelle aree (come il transito dell’assistente giudiziario nella figura del cancelliere esperto, dell’operatore giudiziario in quella dell’assistente giudiziario) e tra le aree (come il transito degli ausiliari in area seconda e dei contabili, degli assistenti informatici e linguistici in area terza)".

Per questo occorre attivare al più presto queste procedure, attraverso la pubblicazione dei bandi, per consentire agli uffici di attingere nell’immediatezza e dall’interno quelle professionalità che occorrono per mandare avanti il lavoro, valorizzando e mettendo a frutto l’esperienza che i lavoratori hanno maturato in anni ed anni di servizio assumendosi responsabilità che sono andate ben oltre quelle previste dal profilo professionale di appartenenza”. “Per questo abbiamo scritto ai responsabili di tutti gli uffici giudiziari della regione e chiesto di mettere in atto iniziative condivise da sottoporre al ministro – concludono i tre segretari –. Il gap va colmato subito. Per i cittadini, le imprese e gli investitori internazionali che guardano a Roma e al Lazio e che pretendono legittimamente una giustizia giusta e veloce”.