Da tempo attendono risposte che non sono mai arrivate, a nulla finora sono serviti i confronti e lo stato di agitazione. I 35 mila lavoratori dell'Agenzia delle Entrate chiedono lo sblocco immediato delle somme del salario accessorio per gli anni 2016 e 2017, nonché la conclusione della terza tranche delle progressioni economiche. Rivendicazioni ineccepibili, che non hanno ancora trovato ascolto. Da qui la decisione di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Confsal Unsa e Flp di proclamare per oggi (martedì 2 aprile) lo sciopero nazionale dei dipendenti per l'intera giornata di lavoro.

Manifestazioni sono organizzate in tutta Italia: la “piazza” centrale è Roma, con un presidio sotto la sede del ministero dell'Economia e Finanze (in via XX Settembre), a partire dalle ore 9.30. Ma sit-in si tengono anche a Bari (alle ore 8.30 davanti alla sede della Direzione regionale), Bergamo (alle 7 di fronte alla sede dell'Agenzia), Campobasso (alle 10 presso la Direzione regionale), Firenze (alle 11 in Prefettura), Milano (alle 10 corteo dalla Direzione regionale fino alla Prefettura), Napoli (alle ore 8 davanti alla Direzione provinciale), Perugia (volantinaggio alle ore 8.30 presso l’Agenzia, presidio in Prefettura alle 10), Pescara (alle 10 davanti alla Prefettura), Ravenna (alle 10 davanti all'Agenzia), Terni (alle 10.30 in Prefettura), Torino (alle 8 di fronte alla Direzione regionale), Trapani (alle 11 presso gli uffici dell’Agenzia), Trento (alle 9 davanti all'Agenzia) e Venezia Marghera (alle 10.30 in Agenzia).

“Un mese non è bastato all'Agenzia, da quel 4 marzo in cui incredibilmente mise in discussione una parte storica e consolidata del salario accessorio del personale relativo al 2016 e 2017, per sciogliere i nodi da loro stessi provocati”, spiega una nota sindacale, evidenziando che “un altro mese è passato e si allontana sempre più il tempo per l'erogazione delle somme spettanti al personale, a distanza di anni dall'effettuazione delle prestazioni e dal raggiungimento di tutti gli obiettivi di convenzione”. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Confsal Unsa e Flp evidenziano anche che “si è procrastinata in modo inaccettabile, per colpa dei ritardi e delle indecisioni dell'Agenzia, la trattativa per definire la terza fase delle progressioni economiche, necessaria per dare il giusto riconoscimento a chi è restato fuori dalle due precedenti procedure”.

I sindacati, inoltre, segnalano come il 31 marzo sia arrivata dall'Agenzia una convocazione per il 1° aprile, che hanno però deciso di declinare. “Come se non bastasse quanto già avvenuto, la convocazione aveva un ordine del giorno limitato solo al Fondo 2016”, aggiungono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Confsal Unsa e Flp: “Una convocazione non solo tardiva, ma che non risponde in alcun modo a tutti i temi posti nella vertenza, chiarendo in modo inequivocabile che i nodi sul 2017 e gli anni a venire non sono stati sciolti e che quindi permangono tutte le criticità denunciate. Come sulle progressioni economiche 2019, più volte da noi sollecitate, e non inserite nell'ordine del giorno”. Un comportamento che fa il paio “con le notizie artatamente diffuse nei giorni scorsi, tramite canali 'amici' dell'Agenzia, circa la possibile avvenuta soluzione delle criticità, o con pomposi comunicati in cui si preannunciavano, in luogo dello sciopero odierno, assemblee poi mai tenute, o scioperi differiti nel tempo a babbo morto".

Durante il tentativo di conciliazione obbligatorio, tenutosi al ministero del Lavoro, l'Agenzia “non ha fornito alcun nuovo elemento sul blocco del salario accessorio dal 2016, limitandosi a chiedere ulteriore tempo e con spiegazioni e posizioni sempre troppo vaghe e inspiegabili”. I sindacati, in conclusione, rimarcano che “i brillanti risultati raggiunti dall’Agenzia, presentati in pompa magna dal ministro Tria, sono stati ottenuti esclusivamente grazie all'impegno e alla professionalità delle donne e degli uomini che quotidianamente prestano la loro opera a servizio del Paese. Per questo, chiediamo con forza lo sblocco delle risorse dei fondi 2016 e 2017, senza fantasiose e mai bene motivate decurtazioni”.