Polizia penitenziaria in piazza a Roma, il 16 aprile, davanti al ministero della Giustizia. Al centro della protesta, promossa da Ssppe, Osapp, Uil Pa Pp, Sinappe, Fns Cisl, Uspp e Fp Cgil, "le gravi condizioni in cui versa il Corpo". Tra queste, spiegano i sindacati, "oltre all'annosa questione delle aggressioni", due punti in particolare: "La revisione del Decreto ministeriale del 2 ottobre 2017, e provvedimenti conseguenti, relativi alla dotazione organica del Corpo, la cui urgenza è strettamente connessa all'assegnazione del prossimo corso allievi agenti; la chiarificazione in merito alla gratuità delle caserme, rispetto alle quali è stato ripristinato il contributo economico a carico del fruitore, nonostante la chiara previsione normativa di senso contrario".

Per i sindacati, "nonostante l'atteggiamento di apertura avuto nei confronti dell'apparato politico di via Arenula e del suo massimo esponente, Alfonso Bonafede, certi d'incontrare una sensibilità che, andando oltre le rassicurazioni, si trasformasse in interventi concreti, le rassicurazioni ricevute dal ministero sono state disattese". Per tali ragioni, "vista l'assoluta sordità rispetto alle esigenze della polizia penitenziaria dimostrata tanto dai vertici amministrativi, quanto dal vertice politico, parte l'azione di protesta sindacale". Le sigle, "già in conclamato stato di agitazione, annunciano per il 10 aprile una conferenza stampa per un focus sulle motivazioni della protesta e per il 16 aprile una manifestazione di protesta dinnanzi la sede del ministero della Giustizia".