Stato di agitazione del personale e manifestazione nazionale mercoledì 27 marzo per le “pessime condizioni lavorative”, la “disorganizzazione” e i “molteplici disagi che si stanno verificando sul territorio”. Ad annunciarlo sono i sindacati di Polizia penitenziaria Fp Cgil, Sappe, Osapp, Uil Pa Pp, Sinappe, Fns Cisl e Uspp con una lettera congiunta inviata al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, nella quale spiegano di “avere interrotto a tempo indeterminato ogni forma di trattativa e incontro con i responsabili del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria”. I sindacati chiedono al Guardasigilli un vertice “finalizzato all'apertura di un costruttivo tavolo di confronto volto a individuare, finalmente, idonee soluzioni“ in merito a “gravi problematiche”: in particolare, nella lettera ricordano “le aggressioni, gli insulti e le crescenti tensioni che il personale di Polizia penitenziaria sta subendo nell'ambito dei servizi resi a diretto contatto con la popolazione detenuta”, gli “oneri per l'utilizzo degli alloggi che il personale comunque utilizza in ragione del proprio servizio e il cui pagamento è stato richiesto a far tempo dal 2018”, nonché “l'attuale e ineguale individuazione delle dotazioni organiche tale da non poter garantire un'efficiente organizzazione dei servizi e la fruizione dei minimi diritti lavorativi”.