È stata raggiunta una ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto aziendale alla Ducati Motor Holding per il prossimo triennio (2019-2021). “Si tratta di un accordo importante e ricco da tutti i punti di vista – scrivono in una nota la Rsu Ducati e Fim, F|iom e Uilm di Bologna –. Innanzitutto si conferma un assetto industriale con al centro lo stabilimento di Borgo Panigale, rispetto al quale viene almeno garantita l’occupazione a tempo indeterminato che nel triennio precedente è cresciuta oltre gli impegni presi con il contratto del 2015 con l’assunzione di 137 lavoratori e lavoratrici tra operai e impiegati, portando l’organico del sito a 1.208 lavoratori a tempo indeterminato al 31-12-2018”. Si condivide inoltre un piano di investimenti per il prossimo triennio superiore ai 200 milioni di euro (di cui oltre 40 sul prodotto, oltre 40 sulla struttura e oltre 110 in ricerca e sviluppo).

Ma al centro della trattativa e della piattaforma presentata a luglio scorso da Fim, Fiom e Uilm di Bologna e dalla Rsu Ducati, è stata posta la definizione di un complesso sistema di conciliazione tra tempo libero e tempo di lavoro, per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, operai e impiegati. “Si confermano le sperimentazioni su smart working e part time nei reparti produttivi – scrivono sindacati e Rsu –, si introduce (novità molto importante) lo strumento dello smart company work (che partirà entro l’estate e prevede un orario più libero per il personale indiretto che per motivi organizzativi non può accedere allo smart working); si prevede per tutti i lavoratori la possibilità di usufruire fino a 5 giorni di ferie in più ogni anno (autofinanziandoli dalla 13ma mensilità, prendendo spunto dal recente accordo dei metalmeccanici tedeschi dell’IGMetall); si riconferma la banca delle ferie e dei par solidali; si rendono più fruibili i permessi aggiuntivi (denominati “Pol”) per i lavoratori diretti di produzione e si amplia e migliora il sistema in uso di recupero orario per i lavoratori impiegati denominato “ore più ore meno”.

Sulla parte economica si riconferma un premio di risultato del valore massimo di 2.700-2.900 euro lordi annui (in due fasce a seconda del livello di inquadramento) e si prevede un aumento del “Premio Feriale” (premio che sarà erogato con la busta paga di giugno di ogni anno) che passa in due anni e mezzo dagli attuali 413 euro lordi (al 5° livello, 347 euro al 3° livello) a 1.300 euro uguali per tutti a giugno del 2021. “Questo incremento salariale è frutto dell’importante sviluppo aziendale degli ultimi anni, reso possibile grazie al contributo di tutti i lavoratori e le lavoratrici”, sottolineano Rsu e sindacati.

L’accordo prevede anche il rafforzamento delle relazioni sindacali che era stato al centro del contratto del 2015, implementando le forme di “partecipazione negoziata” costruite sul ruolo dei delegati sindacali, sul sistema informativo aziendale, sulla contrattazione e sulle commissioni tecniche bilaterali, un miglioramento dei diritti individuali (borse di studio per i dipendenti e per i figli dei dipendenti, previdenza complementare), confronti approfonditi sull’occupazione (a partire dallo strumento della stagionalità e dai meccanismi di consolidamento occupazionale, dai percorsi di alternanza generazionale e dall’utilizzo del part time verticale), l’estensione anche alle aree indirette dei Gruppi di miglioramento (Gmk), il rafforzamento dell’intervento sugli appalti, momenti di confronto e approfondimento sindacale su Industry 4.0, l’impegno congiunto in materia di mobilità sostenibile, un lavoro congiunto sui percorsi di crescita e valorizzazione professionale (job posting, declaratorie, formazione continua, libretto formativo, fino alla formazione sulla Costituzione) anche con l’utilizzo delle macro fasi in produzione.

Infine, viene posta un’attenzione particolare ai cambiamenti del mondo del lavoro e delle persone che lavorano, introducendo nel contratto un capitolo apposito denominato “diversity” con l’obiettivo di valorizzare tutte le diversità presenti in azienda ed evitare ogni tipo di discriminazione. È stato anche introdotto un punto a proposito dei lavoratori “over 50” in produzione, al fine di affrontare il tema della conciliazione tra esigenze legate all’Industria 4.0, l’invecchiamento della popolazione aziendale e le attività effettivamente svolte.

Per Fim, Fiom e Uilm e per la Rsu Ducati si tratta di un “risultato straordinario, da tutti i punti di vista e frutto di un lavoro impegnativo sia da parte della delegazione sindacale che di quella aziendale”. Ora la parola passa alle lavoratrici e ai lavoratori con le assemblee, già convocate su tutti i turni di lavoro a partire da martedì prossimo 26 febbraio, e con il referendum.