A piazza san Giovanni alla manifestazione di Cgil, Cisl e Uil "c’è l'Italia reale, lavoratori in carne ed ossa, persone che hanno fatto crescere e mandano avanti concretamente questo paese passo dopo passo". Lo ha detto la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, al comizio in corso a Roma: "Niente a che vedere con gli slogan lanciati con i tweet e le dirette facebook – ha proseguito la dirigente sindacale – e ai professionisti della realtà virtuale diciamo: uscite dalla finzione, guardate queste bandiere". Furlan ha rivendicato con orgoglio l'unità della manifestazione: "Un momento importante della storia sindacale del Paese. Le nostre bandiere di colore diverso – ha sottolineato – sono una accanto all'altra, unite a raccontare una vicenda lunga comune a ricordare che i sindacati confederali hanno saputo rappresentare una bella storia nel nostro Paese, specie nei momenti più difficili. Abbiamo motivi per stringerci assieme ed essere orgogliosi, orgogliosi di 12 milioni di lavoratori e lavoratrici e pensionati e pensionate che rappresentiamo”. Tanti i temi toccati nel suo intervento, tra cui quello delle infrastrutture: ”Svegliatevi: l'Italia realtà ha bisogno di collegamenti, deve essere il ponte sul Mediterraneo e verso la nostra Europa”, ha aggiunto, chiedendo di far partire "le tante opere bloccate al Nord e al Sud”.

A chiudere la manifestazione è stato il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo: “Mandiamo una foto di questa piazza al governo e vediamo se riusciranno a contarci. Vediamo se capiscono che devono darci le risposte. Noi non siamo opposizione politica al governo, siamo il sindacato, abbiamo preparato una piattaforma, l’abbiamo discussa e approvata, l'abbiamo portata nei luoghi di lavoro. Loro adesso devono sedersi al tavolo con noi a aprire una trattativa”. Quindi, la risposta alla solita critica del ‘dove eravate’: “Noi – ha sottolineato Barbagallo – eravamo a protestare quando hanno fatto la riforma Fornero, davanti a Montecitorio, a fare 25 giorni di presidi al freddo di dicembre quando in Parlamento l’85% delle forze politiche ha votato per quella riforma”. Poi ha spiegato che i sindacati non sono contro quota 100, ma ha rilevato che mancano misure per i lavoratori edili, agricoli, per le donne, per i cittadini del Mezzogiorno, per i precari. “Apprezziamo la proroga dell'ape sociale e di opzione donna, ma vorremmo capire perché non si discute della salvaguardia degli esodati che sono ancora nel limbo e dei lavoratori precoci. Da questa piazza – è l’avvertimento del sindacalista – mandiamo un avviso ai naviganti che stanno a Palazzo Chigi: siamo determinati e, se siamo determinati, diventeremo determinanti nelle scelte del Paese. Se non si investe in infrastrutture, materiali e immateriali, non si va da nessuna parte. Bisogna fare le opere, bisogna lavorare. Altrimenti le aziende chiuderanno e la recessione continuerà”.