"Le fermate produttive, comunicate da Ast nei giorni scorsi, testimoniano lo stato di difficoltà in cui versa lo stabilimento siderurgico ternano, come più volte denunciato e messo in evidenza da parte del sindacato. Di certo, pesa lo stato di recessione del Paese e la crisi che ancora attraversa i settori produttivi, una situazione che smentisce la lettura di 'segnali positivi' che alcuni ancora tentano di diffondere nell’opinione pubblica. Tuttavia, per ciò che ci riguarda, oltre allo stato di difficoltà del mercato, c’è un problema di strategie  del gruppo, questione che è al centro delle rivendicazioni che, da tempo facciamo, e che ci hanno portato alla richiesta di incontro al governo". È quanto afferma in un comunicato la Rsu Fiom Terni.

"Non è accettabile che, dopo la scadenza dell’accordo, siglato al Mise quattro anni fa, la proprietà metta in campo scelte precise che vanno, secondo noi, verso un indebolimento del sito siderurgico. La stessa gestione della fermata di febbraio è testimonianza, da un lato, dei problemi di ordinativi che ci sono e dall’altro, di una volontà precisa di scaricare sui lavoratori tale situazione, facendo 'pagare' ai soliti noti le criticità gestionali aziendali. Oltre alle difficoltà esterne, non c'è chiarezza su strategie commerciali, prospettive, portafoglio ordini dei mesi futuri, utilizzo impianti e organizzazione del lavoro. Ma mix produttivo, manutenzioni, attività lavorative e via dicendo non possono essere un optional per un’azienda complessa come Acciai speciali Terni", continua la nota dei metalmeccanici Cgil.

"È evidente che tutto ciò genera preoccupazione, ma anche difficoltà di gestioni interne nel rapporto con i lavoratori, diretti e indiretti. Non è possibile che il gruppo, nascondendosi dietro la crisi, non assuma impegni precisi nella gestione complessiva del sito. Il fatto che l’8 gennaio scorso l’azienda abbia assunto l’impegno di formulare una proposta rapida per il rinnovo del contratto integrativo aziendale e che, ancora ad oggi, non ci sia nemmeno la convocazione, è l’esempio lampante di una strategia tutta tesa a prendere tempo, senza affrontare le questioni e dare risposte precise ai lavoratori", aggiunge il sindacato.

"È chiaro che tutte le questioni elencate non aiutano un sistema di relazioni, che dovrebbe, in questa fase delicata, essere costruttivo e finalizzato a superare le difficoltà presenti in Ast, attraverso la partecipazione dei lavoratori. Gli annunci e i buoni propositi non tengono più. Serve chiarezza di strategia e risposte certe e concrete su problemi da troppo tempo aperti. Ormai, i nodi sono giunti al pettine e non possiamo esimerci dall'evidenziare, al netto delle difficoltà oggettive, una gestione di relazioni e rapporti non costruttiva e non utile agli obiettivi che più volte vengono annunciati", conclude la Rsu.