Il tribunale di Civitavecchia condanna la società subentrata nella Rsa Santa Marinella dal dicembre 2017 ad assumere l'unica lavoratrice rimasta fuori dal cambio di gestione. Dei 55 infermieri della coop Gsi, precedente gestore, Daniela è stata l'unica a non essere riassorbita e a non poter proseguire il suo lavoro. Il motivo? Il figlio disabile, per cui fruiva dei permessi ex legge 104 e dei congedi straordinari previsti.

Pur non avendo l'obbligo di assorbire l'intero organico preesistente, è evidente che la libertà della società subentrante di selezionare il personale da assumere si ferma di fronte al divieto di discriminazione, che vale indistintamente per il pubblico come per il privato. Il 17 dicembre il tribunale di Civitavecchia conferma l'avvenuta scelta discriminatoria: Daniela verrà riassunta e percepirà il risarcimento fondato sulla retribuzione globale percepita dai suoi colleghi, con il medesimo inquadramento, dall'aprile a oggi. Daniela era rimasta dipendente della Coop, ma a marzo era stata costretta a dimettersi per l'impossibilità di essere ricollocata nella sua città, a Civitavecchia.

"Seguita da Carlo de Marchis Gomez, l'avvocato della consulta dei nostri legali, sul cui ricorso si è fondata la bocciatura della Corte Costituzionale alle indennità stabilite dal Jobs Act, la sentenza è evidentemente importante – dichiara in un comunicato la Fp Cgil di Roma Nord, Civitavecchia e Viterbo –, non solo perché, prima di tutto, fa giustizia su quanto subìto da Daniela, che, come ogni lavoratore che ha un figlio o un parente disabile, ha il diritto di utilizzare tutte le possibilità previste dalla legge per assisterlo, e non può essere certo discriminata per questo".

"È anche un faro sulle tante realtà della sanità privata, dove ai lavoratori si applica ogni tipo di forma contrattuale, mancano tutele e opportunità di crescita professionale. Un unico contratto di riferimento è un punto fondamentale della vertenza aperta da Cgil, Cisl e Uil, per migliorare le regole nel sistema sanitario privato. Ripristinare la legalità e ridare a Daniela il suo lavoro è la soddisfazione più grande, e ci fa affrontare con più forza la grande battaglia sulla sanità privata del Lazio, in cui le condizioni di lavoro nelle Rsa, dove si applicano anche contratti 'pirata', abbassando diritti e salario, hanno particolare rilievo", conclude la nota.