Raggiunto, nel tardo pomeriggio di ieri, 18 dicembre, al ministero dello Sviluppo economico, l'accordo tra la Micron semiconductor, la StMicroelectronics e le organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm per la salvaguardia dei 241 dipendenti del sito di Catania, che la Micron ha deciso di chiudere. Nello specifico, le lavoratrici e i lavoratori avranno tre possibilità: essere ricollocati in altre unità produttive Micron, in Italia o all'estero, essere assunti presso il sito di Catania della StM, a tempo indeterminato e senza applicazione del Jobs act, risolvere il rapporto di lavoro con un incentivo economico.

Per la Fiom la chiusura del sito di Catania da parte di Micron "è una pessima notizia, come sempre quando un’azienda decide di disimpegnarsi da un territorio". "È positivo però - si legge in una nota delle tute blu Cgil - che, attraverso questo accordo, i lavoratori abbiano la possibilità di una immediata ricollocazione, scegliendo fra le possibilità proposte".

Una scelta, quella della multinazionale di trovare immediatamente soluzioni occupazionali in risposta alla chiusura, figlia delle lotte messe in atto dalle lavoratrici e dai lavoratori nel 2014 quando, con un mese e mezzo di iniziative di mobilitazione, si opposero al piano di Micron che prevedeva licenziamenti collettivi in tutto il gruppo.

L'accordo prevede investimenti negli altri siti Micron del nostro paese - Arzano, Avezzano, Padova e Vimercate - e, riguardo i passaggi in StM Catania, non avrà nessun impatto sui lavoratori somministrati e a tempo determinato che lavorano in questa realtà, poiché riguarda figure professionali differenti. Nell'accordo, che le lavoratrici e i lavoratori riuniti ieri in assemblea hanno approvato all'unanimità, va riconosciuto infine, secondo la Fiom, un ruolo positivo del governo.