Il ciclone della recessione, nella regione, tra l’altro registra la peggiore performance industriale nel Mezzogiorno.


I dati provengono da un rapporto che le segreterie regionali di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil hanno presentato il 18 novembre. Un vero e proprio bollettino di guerra in cui “i prodotti della crisi finanziaria si sovrappongono alle crisi preesistenti nel tessuto produttivo ed industriale che era già in fase pre-recessiva”, evidenziano le tre organizzazioni sindacali dei metalmeccanici.

Il bilancio è aggravato dal trend negativo che sta investendo in particolare il comparto auto. A fronte di un ulteriore calo delle vendite compreso tra il 10 ed il 20% nel 2009 rispetto all’anno in corso, la Fiat sta facendo ricorso ad un massiccio ricorso alla cassa integrazione, che colpisce in particolare gli stabilimenti campani. Complessivamente sono 10mila i lavoratori dell’automotive, tra dipendenti degli impianti Fiat e dell’indotto, per cui è stata richiesta la cassa integrazione ordinaria. Alla Fiat di Pomigliano d’Arco si lavorerà solo nella prima settimana di dicembre, dopo lo stop della produzione per l’intero mese di novembre e il rientro previsto per il 12 gennaio. Alla chiusura temporanea dello stabilimento sono interessati 4900 lavoratori.

Alla Fiat Motori di Pratola Serra le attività rimarranno ferme da questa settimana fino al 12 gennaio coinvolgendo circa 2mila lavoratori.

A fare le spese della crisi è anche il settore degli elettrodomestici. Il calo produttivo e il ricorso alla Cigo (cassa integrazione ordinaria) è previsto dalla Indesit a Caserta per i prossimi tre mesi, mentre la Whirlpool ha annunciato un piano di esuberi che riguarderebbe anche lo stabilimento di Napoli.

Anche il tessuto delle piccole e medie imprese è investito. Nelle ultime settimane si sta moltiplicando l’uso della cassa e della mobilità nel settore metalmeccanico, con chiusure di stabilimenti come la Cablauto di Avellino (105 addetti), la Sls di Caserta (80 dipendenti), la Napoli Stampi (50 addetti).

Inoltre, secondo il rapporto, sono già 400 i licenziamenti previsti per l’anello debole del mondo del lavoro: interinali e lavoratori con contratto a tempo determinato.

Le turbolenze della congiuntura economica – dicono i sindacati – rischia di aggravare le condizioni di imprese già in rosso e lasciare a secco lavoratori per cui erano previste la mobilità o la cassa integrazione in deroga, misure contemplate in Campania per circa 50 aziende e tremila lavoratori del comparto metalmeccanico.

“Grazie ad un accordo con il Ministero del lavoro – sottolinea il segretario regionale della Fiom, Maurizio Mascoli – siamo riusciti ad ottenere risorse aggiuntive per otto milioni di euro, che serviranno a coprire fino a dicembre sussidi di mobilità per 2300 lavoratori, di cui 600 metalmeccanici. Ma per il 2009 i fondi previsti dal Governo sono del tutto insufficienti”.

Il discorso vale per circa 2mila lavoratori ( 1500 metalmeccanici) che hanno superato i limiti massimi di mobilità nel 2008, e per oltre 2mila lavoratori (1500 metalmeccanici) in cassa integrazione straordinaria, che potrebbero per l’anno prossimo non avere nessun forma di sussidio. La provincia più colpita è quella di Caserta. Si tratta, in particolare di imprese della telefonia e delle telecomunicazioni, come Siente, Valtellina, Site, Getek, Eds Tecnosistemi e Ixfin, che da sola ha 800 lavoratori in cassa integrazione straordinaria.

Per queste imprese – dicono i sindacati – occorre la mobilitazione sia di risorse nazionali che regionali per permettere la rioccupazione dei lavoratori attraverso i contratti di programma e il sostegno ai redditi.