Quella pacifista a Comiso è una delle ultime battaglie di Pio La Torre, insieme a quella che aveva combattuto per tutta la vita contro la mafia. Un'esistenza interrotta proprio dalla violenza mafiosa il 30 aprile di quell'anno, mentre ci si preparava a festeggiare il Primo Maggio.

Esponente di spicco della Cgil e del Pci siciliani, nel 1969 La Torre si trasferisce a Roma alla guida della Commissione agraria del Partito prima, di quella meridionale poi. Eletto nel 1972 deputato nel collegio della Sicilia occidentale, in Parlamento si occupa - da subito - di agricoltura. Rieletto alla Camera nel 1976, è componente della Commissione Parlamentare Antimafia fino alla conclusione dei suoi lavori.

Nello stesso anno è tra i redattori della relazione di minoranza della Commissione antimafia, che accusava duramente Giovanni Gioia, Vito Ciancimino, Salvo Lima e altri uomini politici di avere rapporti con Cosa Nostra e nel 1980 propone una legge che introduce il reato di associazione di tipo mafioso (alla domanda “Generale, perché fu ucciso il comunista Pio La Torre?”, il 10 agosto 1982, nell’ultima intervista prima della sua uccisione rilasciata al giornalista Giorgio Bocca, il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, da poco nominato prefetto di Palermo, rispondeva: “Per tutta la sua vita. Ma, decisiva, per la sua ultima proposta di legge”).

L’anno successivo torna in Sicilia per prendere in mano la direzione del Partito comunista regionale con il “il preciso compito di dare la precedenza su tutto alla lotta contro l’installazione dei missili” a Comiso.

Il governo italiano aveva annunciato il 7 agosto del 1981 l’accordo con la Nato per l’installazione degli euromissili nucleari Cruise nella base militare in provincia di Ragusa. Dal Circolo della Stampa di Palermo La Torre lancerà una petizione nell’ambito di un convegno al quale parteciperanno esponenti di ogni orientamento politico, culturale e religioso.

Obiettivo: un milione di firme

 Il successo della protesta sarà enorme e la raccolta di firme straordinaria. Il 4 aprile 1982 si tiene a Comiso la storica manifestazione pacifista alla quale parteciperanno centinaia di migliaia di persone con la richiesta della sospensione dei lavori per l’installazione delle testate nucleari.

Dirà in quell'occasione

Oggi a Comiso  decine di migliaia di siciliani e con essi delegazioni provenienti da ogni parte d’Italia e d’Europa si danno appuntamento per una grande manifestazione per la pace e il disarmo e per chiedere che alla Sicilia sia evitato il destino sciagurato di essere trasformata in un avamposto nello scontro atomico tra i due blocchi militari contrapposti. (…) Il nostro no alla installazione a Comiso della base atomica tende ad impedire un avvenire davvero oscuro per il popolo siciliano. Lo dico convinto che questo oggi sia un obiettivo giusto e anche realistico. Il 30 novembre inizieranno a Ginevra le trattative tra Urss e Usa e al primo punto dell’agenda vi è la questione degli euromissili. La conclusione positiva della trattativa - a cui tutti devono lavorare - deve riguardare la fissazione di un equilibrio al più basso livello possibile dei missili contrapposti: gli SS-20 sovietici e i nuovi missili americani nell’Europa occidentale. Questo livello di equilibrio potrebbe essere la “soluzione zero”, cioè la non installazione dei Cruise, bilanciata da misure di pari significato per gli SS-20. Ecco perché è raggiungibile l’obiettivo di impedire la costruzione della base a Comiso. Chiedere, come noi facciamo oggi, di sospendere l’inizio dei lavori della costruzione della base è il modo più giusto ed efficace per il popolo siciliano di premere perché la trattativa di Ginevra abbia uno sbocco positivo. Quello di oggi, è pertanto, il primo atto di una mobilitazione che nei prossimi mesi dovrà via via allargarsi come una grande fiumana di uomini e donne, di giovani e anziani di ogni ceto sociale e di ogni fede pubblica e religiosa. Noi comunisti vogliamo essere soltanto una componente di questo grande movimento unitario e opereremo, con sempre maggiore consapevolezza, perché altre forze democratiche, superando incomprensioni e strumentalizzazioni, scendano in campo per dare il loro contributo originale a questa lotta decisiva per l’avvenire del popolo siciliano e per la salvezza della pace nel mondo.

Nemmeno un mese dopo sarà ucciso.