La riforma costituzionale semipresidenzialista e l’autonomia differenziata licenziata giovedì scorso dal Consiglio dei ministri “sembra essere l’approdo di un patto di ferro fra le componenti nazionaliste meloniane e territorialiste salviniane”, così la segretaria generale della Flc Cgil Emilia Romagna Monica Ottaviani.

Da tempo la categoria della Flc Cgil, anche a livello regionale, ha condotto una battaglia distintiva, radicale sul tema dell’autonomia con particolare riferimento a quella dell’istruzione, manifestando la propria contrarietà al progetto presentato dal presidente della Regione Emilia Romagna, che insieme a quelli del Veneto e della Lombardia ne erano promotori.

“Tra i tanti rischi, ne intravedevamo uno, che oggi assume un’attualità sfacciata: quello di consegnare l’unità del Paese nelle mani delle forze più disgregatrici”, osserva Ottaviani. “Un’idea disgregatrice, a trazione privatistica, inaccettabile e pericolosa, sotto molti profili. E i tempi entro i quali chiudere la discussione: un anno per stravolgere i capisaldi dello Stato. Suona un po' strano oggi leggere che il presidente della Regione Emilia-Romagna dichiari quella bozza essere irricevibile, e che invochi la mobilitazione senza fare nessuna autocritica rispetto a scelte sbagliate e dannose che hanno contribuito ad alimentare questo inutile dibattito".

Per Ottaviani "serve rigore e serietà non propaganda. Leggiamo che il ministro Calderoli avrebbe qualche dubbio sulla regionalizzazione dell’istruzione. Anche noi, signor ministro. Per noi l’istruzione non va nemmeno sfiorata dal pensiero regionalizzante. Siamo da sempre convinti sostenitori della scuola della Repubblica, la scuola della Costituzione e che il sistema scolastico pubblico nazionale sia l’asse istituzionale preposto al superamento, non solo delle disuguaglianze socio-culturali, ma anche dei divari territoriali e il pilastro necessario al mantenimento dell’unità nazionale”, ribadisce la segretaria della Flc Cgil Emilia Romagna, che di questo tema ha lungamente parlato durante il suo intervento al congresso regionale della Cgil.

“Senza la determinazione dei Livelli essenziali di prestazione (Lep) in materia di diritti civili e sociali da garantire alla persona su tutto il territorio nazionale – conclude Ottaviani - nessun passo verso l’attribuzione di ulteriori forme e particolari condizioni di autonomia alle regioni che le richiedono può essere fatto”.