Prendi una terra dimenticata da Dio, versaci dentro anni di promesse e razzie. Amalgama bene con una dose generosa di raffinato perbenismo. E impreziosisci il tutto con scaglie di sana italica retorica. Quello che esce fuori è un morbidoso sufflè made in Sud da assaporare con cura per non rischiare l’intossicazione politico-alimentare. La grande abbuffata degli ultimi decenni bussa puntuale allo stomaco di amministratori locali troppo voraci e politici ingordi di banchetti elettorali. A chiamare i Nas stavolta è la Svimez che nel suo ultimo rapporto chiede al governo di cambiare almeno gli ingredienti per non assistere al solito menu da bettola sulla Statale. Fatto di pasta alla norma precaria, linguine di futuro contro lo scoglio e fritto misto di povertà. Ma dalla cucina di Palazzo Chigi l’unica portata stellata indicata dalla chef sovranista è un mappazzone di autonomia differenziata cotto al sangue con vista Ponte sullo Stretto. Buon reflusso gastroesofageo a tutti.