Puntata n. 5 - Sono scesi tutti a terra i migranti che erano ancora trattenuti sulle navi ormeggiate nel Porto di Catania, la GeoBarents e la Humanity 1

Tutti a terra

Il gioco sporco di questo governo cattivo e fascista, tu di qua, tu di là, a dividere i disperati tra sommersi e salvati, lo ha interrotto materialmente la commissione medica. A tuonare, una volta tanto, è stata la politica di Bruxelles che ha detto chiaramente che l’Italia era fuori legge. E così sono scesi tutti dalle due navi, GeoBarents e Humanity 1, anche quelli che erano stati definiti sprezzantemente carico residuale. E complimenti al ministro dell’Interno Piantedosi: non era facile in una manciata di giorni fare peggio di Salvini in un anno e mezzo. Il sassolino del direttore di Collettiva, Stefano Milani.

Se le parole sono importanti, espressioni come “carico residuale” e “sbarco selettivo” dovrebbero essere bandite dal vocabolario della decenza umana. Ed invece nell’Italietta del me-ne-frego diventano hashtag di governo. Più indecente della cattiveria è la cattiveria di Stato. L’autoritarismo pavido e stolto di chi si fa gigante con chi non ha voce e si trasforma in nano al cospetto di un Al-Sisi qualsiasi. Poveri, disoccupati, studenti, ora i profughi: quali colpe imputare loro? Se non quella di vivere in una contemporaneità infame, dove il diritto a esistere è messo ogni giorno in discussione dai vecchi e nuovi barbari incravattati di potere. Relegato nella burocrazia delle scartoffie ministeriali. Annegato al largo di una Penisola assuefatta all’orrore. Pietà l’è morta e anche io, in questo maledetto Belpaese, non mi sento tanto bene.

Giulio Regeni chi?

Faccia a faccia di un’ora tra la premier Giorgia Meloni e il presidente egiziano Al Sisi. Sul tavolo le forniture di gas. All’omicidio senza colpevoli del ricercatore italiano e alla situazione di Patrick Zaki la presidente del consiglio dedica l’ultima riga del documento di sintesi dell’incontro. Più un proforma che altro. Dimenticando che da quasi due anni il processo che dovrebbe accertare le responsabilità dei 4 agenti dei servizi segreti egiziani per l’omicidio di Giulio Regeni è fermo perché l’Egitto copre gli imputati.

Tre morti al giorno sul lavoro

È sempre il 7 novembre. In quella data una operaia di 50 anni della vetreria di Borgonovo, provincia di Piacenza, ha perso la vita durante il turno di notte restando schiacciata tra due macchinari. Un operaio di 41 anni è morto alla Alessio Tubi, fabbrica di La Loggia, in provincia di Torino, travolto da una catasta di tubi. L’uomo di origine marocchina era in somministrazione. A Casal di Principe, provincia di Caserta, un operaio di 49 anni è deceduto mentre compiva un sopralluogo sul tetto di un capannone industriale che ha ceduto improvvisamente facendolo precipitare da un’altezza di 5 metri. Tre morti in 24 ore. E oggi per chi suonerà la campana?

Di questo primato faremmo volentieri a meno

L’Italia è al primo posto per neet in Europa. Sono tre milioni, non studiano e non lavorano. A indagarne la condizione il rapporto "Neet tra disuguaglianze e divari", di Cgil e Action Aid, che restituisce a queste ragazze e a questi ragazzi un volto e un'identità. Fragili, vulnerabili, in alcuni casi vittime di scoramento, senz’altro, ma, in tanti altri, vittime del sistema, tra povertà educativa e dispersione scolastica. Per approfondire collettiva.it.

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