L’ambiente è la bandiera dell’alleanza tra Verdi e Sinistra, per il Partito democratico è un pilastro, Calenda e Renzi avanzano proposte dettagliate (e alcune controverse). Per Meloni, Salvini e Berlusconi è una priorità, ma sull’argomento il programma del centrodestra si mantiene generico. Il Movimento 5 stelle rispolvera alcuni vecchi cavalli di battaglia e Unione popolare dedica all’argomento due dei suoi 11 punti programmatici. Vediamo cosa scrivono le varie forze politiche nei loro programmi elettorali.  

Centrodestra
L’obiettivo dell’alleanza tra Berlusconi, Meloni, Salvini è “rispettare e aggiornare gli impegni internazionali assunti dall’Italia per contrastare i cambiamenti climatici”. Stabilito formalmente che l’ambiente è una delle “priorità”, il programma del centro-destra si concentra sull’autosufficienza energetica e sulla transizione sostenibile puntando a un aumento della produzione di energia rinnovabile, alla diversificazione delle fonti e all’efficientamento energetico, ma aprendo anche al ricorso al nucleare “pulito e sicuro”. Nel programma c’è anche l’impegno per la “definizione e attuazione del piano strategico nazionale di economia circolare”, nonché per un “piano straordinario per la tutela e la salvaguardia della qualità delle acque marittime e interne ed efficientamento delle reti idriche”.

Centrosinistra
Sviluppo sostenibile e transizione ecologica sono il primo dei pilastri di “Italia 2027”, il progetto di governo del Partito democratico. Tra le proposte: l’adesione al pacchetto della Commissione europea Fit For 55, per la riduzione delle emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050. Ampio spazio viene dato al passaggio a fonti di energia rinnovabile, ovvero alla transizione ecologica: vengono proposti sgravi fiscali per gli incentivi ambientali, l’installazione di nuovi impianti rinnovabili per 85 gigawatt di potenza entro il 2030 e la riduzione dei sussidi a chi inquina. L’alleanza Verdi e Sinistra dedica i primi quattro punti programmatici alla tutela dell’ambiente declinando gli obiettivi dell’Italia: rinnovabile, green, mobilità sostenibile e a rifiuti zero.

È proprio su quest’ultimo obiettivo che si coglie una differenza rispetto agli alleati del Pd: Verdi e Sinistra, infatti, considerano i termovalorizzatori “solo come una soluzione di ultima istanza” nella gestione dei rifiuti. Sul fronte delle politiche energetiche l’alleanza propone, unica tra tutti i principali partiti, di “realizzare un piano che definisca tempi e quantità per il definitivo abbandono del gas metano dal sistema energetico nazionale e garantisca l’uscita dalla generazione a gas nel sistema elettrico entro il 2035”. Sulle rinnovabili gli obiettivi sono più avanzati di quelli del Pd: la proposta è di realizzare 60 gigawatt di rinnovabili nell’arco di tre anni.

Movimento 5 stelle
Nel suo programma elettorale, il Movimento 5 stelle rispolvera alcune delle misure già avanzate in passato. Innanzitutto il superbonus 110% di cui non solo si vuole la stabilizzazione, ma anche l’estensione con una misura dedicata a "energia e imprese". Per agevolare lo sviluppo delle rinnovabili, il partito guidato da Giuseppe Conte punta all’abbattimento della burocrazia. Confermata la totale contrarietà alle trivellazioni da un lato, agli inceneritori dall’altro, il Movimento sostiene inoltre il ricorso a nuove tecnologie come le cosiddette smart road, “strade intelligenti” che combinerebbero alto tasso di tecnologia e basso impatto ambientale, e un forte sviluppo della mobilità sostenibile agevolando l'utilizzo di mezzi ad alimentazione elettrica, idrogeno e combustibili alternativi. La sensibilità ai temi dell’ambiente è esplicitata nel simbolo con il richiamo alla data del 2050, anno in cui l’Europa si pone di raggiungere la completa decarbonizzazione.

Terzo polo
Il duo Renzi-Calenda alterna obiettivi ambientalisti a proposte più controverse. Ad esempio, quando esamina l’urgenza di raggiungere l’indipendenza dal gas russo, si sofferma sulla necessità di costruire nuovi rigassificatori e di aumentare la produzione nazionale di gas naturale, e nel lungo periodo (2030-2050), il punto più discusso del programma, ovvero il ritorno all’energia nucleare. Ugualmente quando sostiene che occorre potenziare il sistema di trattamento e gestione dei rifiuti, il Terzo polo propone di far crescere la raccolta differenziata e l’economia circolare, ma, allo stesso tempo, di costruire nuovi termovalorizzatori. Come il Pd si richiama al pacchetto europeo Fit for 55 e spinge per l’installazione di nuovi impianti rinnovabili per 140 gigawatt di potenza. Si impegna a ridurre il trasporto merci su gomma, ad accrescere l’efficienza energetica degli edifici e, in merito alla crisi idrica, a realizzare bacini per le acque piovane e ridurre le perdite della rete.

Unione popolare 
Unione popolare vuole non solo rispettare, ma superare gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni previsti dall’Accordo di Parigi. Si propone di trasformare radicalmente il sistema energetico partendo dalla nazionalizzazione del settore, imponendo lo stop a inceneritori, fossile e nucleare; garantendo un investimento straordinario nelle energie rinnovabili senza ulteriore consumo di suolo, ponendo un secco no alle grandi opere e strutturando finanziamenti per la cura e la messa in sicurezza del territorio. Cambiamento radicale viene proposto anche sul sistema dei trasporti favorendo quello pubblico, totalmente elettrico, a basso costo, arrivando fino al divieto di jet privati e all’eliminazione progressiva dei viaggi aerei su tratte brevi coperte da linee ferroviarie. Unione popolare lega inoltre la protezione ambientale al sostegno all’agricoltura e alla tutela della biodiversità. Propone una nuova legge urbanistica che aumenti le aree verdi e una legge quadro sulle aree naturali, con una riforestazione dei boschi e delle aree urbane grazie alla piantumazione di un miliardo di alberi l’anno.