Già madre costituente, nel 1948 Nilde Iotti è eletta per la prima volta alla Camera dei deputati. Riconfermata per le successive legislature - unica e unico parlamentare italiano a essere stato eletto ininterrottamente per 13 volte (14, contando anche l’Assemblea costituente) - il 20 giugno 1979 ne è eletta, prima donna nella storia, presidente.

La presidente pronuncia il suo discorso d'insediamento in piedi, davanti all’Assemblea. Un discorso accompagnato da “Vivissimi, prolungati applausi”.

“Onorevoli colleghi - affermava nell’occasione - con emozione profonda vi ringrazio per avermi chiamato col vostro voto e con la vostra fiducia a questo compito così ricco di responsabilità e di prestigio. Voi comprenderete, io credo, la mia emozione. In questo alto incarico mi ha preceduto l’onorevole Pietro Ingrao, che fino a ieri ha diretto i nostri lavori con grande intelligenza e imparzialità, e prima ancora l’onorevole Sandro Pertini, oggi presidente della Repubblica, a cui va il mio deferente saluto. Ma in particolare comprenderete la mia emozione per essere la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire una delle più alte cariche dello Stato. Io stessa - non ve lo nascondo - vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l’affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita”.

“Il momento che attraversiamo - prosegue il discorso nella sua parte forse meno nota - è drammatico e difficile, ne siamo tutti consapevoli. Il terrorismo continua nella sua opera nefasta e delittuosa. Pochi giorni fa a Roma si è tentata ancora una volta 'la strage' su pacifici lavoratori riuniti in una loro sede, nell'espressione del primo e più alto diritto democratico e costituzionale, quello della libertà di associazione e di espressione. Questa nostra stessa Assemblea ha dovuto ricorrere a misure di sicurezza, senza alcun dubbio necessarie. Ma guai a noi, onorevoli colleghi, se non avvertissimo con tutta la nostra forza e con tutto il nostro senso di responsabilità che le assemblee parlamentari esprimono al più alto grado la sovranità popolare. Non possono perciò, per la loro stessa natura, divenire un fortilizio, ma devono continuare a essere, anzi essere sempre di più, assemblee aperte al nostro popolo, alla grande forza di democrazia e di unità che lo anima. Lo provano ogni giorno la risposta puntuale alle provocazioni del terrorismo e le stesse elezioni. A questa forza dobbiamo ricondurci in ogni momento della nostra azione, sicuri che essa non verrà mai meno, che anzi essa costituisce la base prima di un possibile successo. In questo spirito va il nostro saluto e augurio alla magistratura, alle forze dell'ordine e alle forze armate, così duramente impegnate nella difesa della democrazia e della libertà. Su tutti noi, onorevoli colleghi, incombe un compito arduo”.

Un compito che Nilde onorerà, con serietà e impegno, per tutta la vita. Manterrà la carica di presidente della Camera fino al 1992 (nel 1987 ottiene un incarico di governo con mandato esplorativo da parte del Presidente della Repubblica Cossiga che si conclude senza esiti; è la prima donna e la prima esponente comunista ad arrivare tanto vicino alla presidenza del Consiglio. Nel 1991, a seguito di indiscrezioni secondo le quali lo stesso Cossiga voleva nominarla senatrice a vita, fa sapere di non essere interessata, preferendo rimanere presidente della Camera. Nel 1992 è infine la candidata, ancora una volta senza esito, alla Presidenza della Repubblica) lavorando ininterrottamente sino al 18 novembre 1999, quando, già gravemente malata (morirà poco più di due settimane dopo), si dimetterà tra gli applausi unanimi dell’intero schieramento parlamentare.

“Lascio con rammarico dopo oltre 50 anni di lavoro il mio incarico di parlamentare - dirà - Mi auguro che lo spirito di unità per cui mi sono sempre impegnata prevalga nei confronti dei pericoli che minacciano la vita nazionale. Vi ringrazio per la cortesia”.

Grazie a te, Nilde.


 LA MOSTRA L’EREDITA’ DI NILDE IOTTI

La mostra, ideata e realizzata dalla Fondazione Gramsci e dalla Fondazione Nilde Iotti, in collaborazione con l’Associazione Enrico Berlinguer, intende far conoscere alle giovani generazioni la vita e l’attività di una protagonista della storia italiana del Novecento.

Il percorso espositivo è articolato in quattro sezioni. Leonilde Iotti: la biografia (Reggio Emilia, 10 aprile 1920 - Poli, 4 dicembre 1999) e le principali tappe del suo impegno politico. La Presidente: la sua esperienza di prima donna ai vertici della Repubblica, Presidente della Camera dei deputati per tre mandati, dal 1979 al 1992. Amore e politica: il legame con Palmiro Togliatti, suo compagno per diciotto anni. L’Italia delle donne: dalla Resistenza, all’azione svolta nei partiti di massa, nei sindacati e nelle organizzazioni femminili, il cammino che ha portato al superamento di norme anacronistiche e discriminatorie e alla più significativa trasformazione della vita nazionale.

Sono esposti documenti - in originale e in digitale - conservati presso la Fondazione Gramsci, l’Archivio centrale dell’Unione donne italiane, l’Archivio storico della Camera dei deputati, la Biblioteca della Camera “Nilde Iotti”, l’Archivio storico della CGIL nazionale, la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia.

L’allestimento è stato realizzato utilizzando diversi supporti, con percorsi e schede di approfondimento, documenti sonori e video (dall’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, Radio Radicale e Teche Rai).

Apertura: dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 19, esclusi i giorni festivi.