"La bozza di legge sull'autonomia differenziata, di cui si discute in questi giorni in Parlamento, rischia di essere una condanna a morte per il Sud, poiché frammenta i diritti di cittadinanza garantiti dalla nostra Costituzione a tutti i cittadini italiani". A dirlo è la Flc Cgil Sicilia evidenziando che "dà la facoltà alle Regioni italiane di trattenere una quota importante del gettito fiscale prodotto nel loro territorio".

Gettito, spiega il sindacato, che oggi "viene utilizzato dallo Stato per finanziare dei beni comuni essenziali, come l'istruzione e la sanità in tutto il Paese. Così facendo, ad esempio, avremmo tanti sistemi sanitari e tanti sistemi scolastici quanti sono le Regioni e non un unico sistema sanitario e un unico sistema scolastico al quale possono accedere indistintamente tutti i cittadini".

Per la Flc Cgil dell'isola "le Regioni più ricche potranno contare su una maggiore quantità di gettito fiscale per finanziarli, mentre quelle più povere, invece, dovranno arrangiarsi da sole. Si, perché l'autonomia differenziata non riconosce i livelli essenziali delle prestazioni che dovrebbero essere garantiti a ogni cittadino italiano, a prescindere dalla Regione in cui risiede".

Inoltre, ribadisce "il principio della spesa storica come criterio in base al quale viene riconosciuto alle Regioni la quantità di gettito da trattenere. In altre parole le Regioni che hanno speso di più in passato, quelle più ricche, potranno trattenere più gettito, mentre quelle che hanno speso di meno, quelle più povere, tratterranno meno gettito".

Il sindacato così conclude: "Una follia tutta a scapito del Mezzogiorno e dei suoi abitanti. Tutto questo è inaccettabile. Pertanto chiediamo al Parlamento di coinvolgere le parti sociali e di prendere in considerazione il nostro punto di vista. II diritto all'istruzione, così come tanti altri diritti di cittadinanza, è un principio costituzionale da tutelare e promuovere".