“I suicidi fra gli appartenenti alle forze dell'ordine e fra i militari in questi primi mesi dell'anno hanno già raggiunto i trenta casi, ben sei al mese. Una cosa impressionante, che fa rimanere letteralmente sconvolti. Tutti questi episodi, ai quali vanno aggiunti gli incidenti mortali, rendono evidente il difficile contesto in cui questi lavoratori operano, aggravato dall’impossibilità delle associazioni sindacali di affermare un efficace spazio di confronto con le amministrazioni proprio sui temi dell’organizzazione del lavoro. La recente legge sull’esercizio delle libertà sindacali fra i militari e il relativo impedimento a praticare le proprie prerogative negoziali ne sono la più lampante dimostrazione”. È quanto si legge nella lettera aperta che il segretario confederale della Cgil, Giuseppe Massafra, ha indirizzato a Governo e Parlamento.

Il dirigente sindacale ricorda che “la Corte Costituzionale nel 2018, con una sentenza chiara, ha finalmente tolto il divieto che il Parlamento aveva sancito per legge e che impediva ai militari di costituirsi in associazioni sindacali, aprendo così un processo di democratizzazione delle forze armate. Purtroppo, in maniera miope la nuova legge non si è fatta minimamente carico di aiutare quel processo di democratizzazione che la stessa Europa in più occasioni ha affermato. Di recente, proprio il Comitato europeo dei diritti sociali ha avuto modo di mettere in evidenza le mancanze e le inadempienze della legge di riforma approvata”. 

Per il segretario confederale Cgil, “le nostre forze armate e le nostre forze dell'ordine hanno bisogno di un clima e di un ambiente collaborativo e non coercitivo, dove sia possibile che organismi sindacali, liberi e indipendenti, possano esercitare ognuno il proprio ruolo, al fine di garantire i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori in divisa, permettendo loro di svolgere in maniera più consapevole ed efficace il loro importante servizio di difesa e sicurezza dei cittadini e del Paese. Come ricorda spesso il Capo dello Stato, i risultati migliori si realizzano attraverso il libero confronto. Purtroppo, la norma attuale non lo consente”.