Mussolini e Hitler sono morti. I soldati tedeschi hanno iniziato ad arrendersi in molti Paesi. Il 7 maggio è appena cominciato quando il generale nazista Alfred Jodl firma la resa nei quartieri generali alleati di Reims, in Francia. È solo il primo accordo. A Reims non firmano i generali tedeschi al comando della Wehrmacht pertanto gli Alleati si accorderanno affinché la resa venisse ratificata il giorno dopo a Berlino.

Il presidente americano Truman e il primo ministro britannico Churchill annunceranno la resa già l’8 maggio. A Mosca sarà annunciata solo il 9 maggio, dopo la firma a Berlino-Karlshorst. Per questo motivo la fine della guerra in Europa viene commemorata in giorni diversi a seconda del Paese. È costata al mondo oltre 60 milioni di vite umane. Per la prima volta nella storia il numero delle vittime civili sarà superiore a quello delle perdite militari.

6.000.000 saranno gli ebrei sterminati nei campi di concentramento. 7.500.000 gli internati. Ai morti vanno aggiunte le distruzioni materiali e le devastazioni. Nel 1945 il costo totale della guerra sarà calcolato in 1.154 miliardi di dollari. 230 miliardi di dollari il costo delle distruzioni provocate. Nella sola Europa occidentale saranno completamente distrutti 1.500.000 edifici e danneggiati 7.000.000. Una guerra totale sotto diversi aspetti: geografico, economico, ideologico, demografico. A quella guerra, quando ancora era imminente, Bertold Brecht aveva dedicato una poesia.

La guerra che verrà
Non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente faceva la fame.
Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.

Dopo aver visto bruciare i suoi libri da Hitler sulla storica Bebelplatz davanti alla Humboldt Universität a Berlino, Brecht lasciava nel 1933 con la sua famiglia la Germania nazista.

E voi - scriverà - imparate che occorre vedere
e non guardare in aria;
occorre agire
e non parlare.
Questo mostro stava, una volta,
per governare il mondo!
I popoli lo spensero,
ma ora non cantiamo vittoria troppo presto:
il grembo da cui nacque
è ancor fecondo.