Di mestiere Andrea Costa fa il vetraio: restaura vetri antichi ed è bravo. Ma il suo lavoro spesso è stato messo in secondo piano perché a prevalere è stato ed è l’impegno civile, politico nel senso di cura della polis. Prima come consigliere circoscrizionale nel suo quartiere, San Lorenzo a Roma, e poi provando a costruire ponti e accoglienza per chi scappa da guerre, violenze e fame, cercando altrove un futuro possibile. Baobab Experience, di cui Costa è presidente, è l’associazione che mobilitando cittadini e cittadine del quartiere, sempre San Lorenzo, ha dato pasti, rifugio e coperte a ragazzi e ragazzi che, approdando in Italia dopo viaggi terribili, cercavano di andare verso il Nord Europa.

Migranti e volontari si sono imbattuti in norme incivili, tra cui quella che ha introdotto il reato di clandestinità, e nella criminalizzazione della solidarietà. Per questo Andrea Costa nel 2016 è stato indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La Dia, la direzione investigativa antimafia, a cui in prima battuta era stata affidata l'indagine, dopo intercettazioni e pedinamenti stabilì che non vi era niente su cui indagare, ma la magistratura ordinaria decise di procedere e da due anni è cominciato il processo. ll reato? Aver aiutato 9 profughi ad andare da Roma a Ventimiglia dove erano attesi nel campo profughi della Croce Rossa. Il prossimo 3 maggio è attesa la sentenza di primo grado. Per favoreggiamento della immigrazione clandestina la pena va dai 6 ai 18 anni di reclusione.

Sei è appena tornato dall'Ucraina, attraversando mezza Europa, portando in Italia profughi, migranti. Che effetto ti fa essere contemporaneamente in attesa di una sentenza per avere aiutato degli altri profughi ad andare da Roma a Ventimiglia?
È proprio questo il paradosso ed è il motivo che mi ha spinto a rendere pubblica questa vicenda cominciata nel 2016 e concretizzatasi due anni fa con l’avvio del processo. Non si capisce perché aiutare alcuni profughi ti rende quasi un eroe, mentre aiutarne altri ti rendere un criminale trafficante di uomini. Insieme a donne e bambini siamo partiti dall’Ucraina, abbiamo attraversato cinque frontiere, di cui due extracomunitarie, e siamo sempre stati accolti dal plauso e dall'applauso, dal sorriso e ringraziamenti delle varie polizie di frontiera, delle autorità, delle istituzioni. Nel 2015 abbiamo aiutato 9 giovanissimi africani (otto scappavano dalla guerra civile sudanese, uno dalla dittatura in Ciad), gli abbiamo comprato il biglietto di pullman per andare da Roma al campo della Croce Rossa a Ventimiglia, peraltro gestito dalla prefettura di Imperia, dove questi ragazzi erano attesi. Per questo rischio una condanna fino a 18 anni di carcere. È bene ricordare, era l’ottobre del 2015, che per la seconda volta era stato sgombrato il campo di Baobab Experience a via Cupra dove trovavano accoglienza i migranti in transito per altri paesi, e che per evitare dormissero tutti per strada da soli abbiamo cercato di individuare delle soluzioni per il maggior numero possibile di ragazzi. Inevitabilmente fuori dalla capitale, perché allora come ora, qui non esistono luoghi per migranti se non il campo della Croce Rossa al Tiburtino che però era stracolmo. Per questo, per aver detto al telefono ad un altro volontario “mettiamo 10 euro a testa e paghiamogli il biglietto dell’autobus”, sono stato incriminato per favoreggiamento di immigrazione clandestina. Reato che comporta una pena dai 6 ai 18 anni e, vista l’entità della eventuale condanna, non prevede né pene alternative né arresti domiciliari. Insomma, qualora venissi condannato in via definitiva dovrei scontarli tutti in carcere.

Quelli erano gli anni della criminalizzazione dei volontari e delle volontarie che aiutavano chi arrivava nel nostro Paese...
Esattamente, quelli erano gli anni in cui si cominciava a parlare di taxi del mare, si cominciava a sussurrare, nemmeno troppo velatamente, che le Ong e i volontari e le volontarie che salvavano e salvano vite in mare e alle diverse frontiere del Paese favorissero il traffico di esseri umani. Uomini e donne che da Lampedusa a Ventimiglia aiutano i migranti sopperendo, in qualche modo, a un vuoto istituzionale di accoglienza. Ricordo che parliamo di migranti in transito: nella narrazione dopata che è stata fatta della migrazione, non ci hanno mai raccontato che oltre il novanta per cento dei migranti che sbarcano in Italia, dall’Italia se ne va e vuole andare. Insomma, ciò che è successo a me è assolutamente inquadrabile in una criminalizzazione della solidarietà, per la quale le stesse Nazioni Unite nel 2018 hanno realizzato un Rapporto, dicendo che l’Italia è un paese dove chi prova ad aiutare – gli attivisti, i volontari che si muovono nel campo della solidarietà – vengono criminalizzati inopportunamente.

In due anni di Covid è calato una sorta di velo attorno ai fenomeni migratori, ma nel Mediterraneo gli uomini e le donne hanno continuato a morire, così come alle frontiere terrestri dell’Europa dove hi arriva dalla Sira o dall’Afganistan è costretto ad accamparsi al freddo. Non sarebbe il momento di cominciare a riflettere sui fenomeni migratori a prescindere dal passaporto o dal colore della pelle?
E questo è un altro paradosso. Noi di Baobab in questi anni di pandemia abbiamo non solo continuato, ma incentivato i nostri progetti, per esempio, al confine tra Bosnia e Croazia, uno dei confini della cosiddetta fortezza europea dove quotidianamente transitano famiglie afghane che scappano dal terrore e vengono respinte anche violentemente dalla polizia croata armata, equipaggiata e addestrata nell'Unione Europea. E anche questo è un paradosso. Insieme alla Comunità di Sant’Egidio e all’Unhcr apriamo corridoi umanitari per far arrivare chi scappa dalla violenza in Afganistan Siria e non solo. Lo facciamo con la copertura dello Stato italiano, e di questo siamo anche orgogliosi come italiani, però ci domandiamo come sia possibile che chi arriva sugli aerei dei corridoi umanitari e chi li accompagna venga accolto con applausi e lodi, mentre chi scappa dagli stessi luoghi camminando per un anno e mezzo e arriva via terra al confine est dell’Europa lungo la rotta balcanica venga respinto con violenza dalla Croazia, dalla Bosnia o a Trieste. Insomma, credo che dovremmo avere in testa che chi fugge dal terrorismo, dalle dittature, dai cambiamenti climatici, dalle guerre, dalla fame deve essere comunque accettato, ben voluto e accolto nel migliore dei modi.

In tutta questa vicenda esiste un altro paradosso. Il 3 maggio rischi di essere condannato a diciotto anni di carcere, mentre contemporaneamente sei uno degli interlocutori delle istituzioni italiane per gestire migranti e profughi
E già, in questi 8 anni noi abbiamo interloquito e collaborato con le istituzioni, con le autorità, con le forze di polizia, nonostante gli sgomberi di allora. Nessuno nega che ci siano delle criticità: stiamo parlando di ragazzi che arrivano dopo lunghissimi viaggi, spesso torture e violenze sessuali, e che hanno disagi psicologici. Andrebbero aiutati anche da questo punto di vista. Ed è proprio per questa ragione che abbiamo cercato il dialogo con le istituzioni, c’è bisogno di collaborazione. È con le istituzioni che bisogna agire, noi riempiamo un vuoto istituzionale. La verità è che in questi anni è mancata una seria strategia di accoglienza, perché la politica, a mio avviso tutta purtroppo, ha inseguito la narrazione dopata di cui parlavo prima, per cui l'immigrazione è un problema, è un pericolo, è un rischio. Ebbene lo scorso anno in 12 mesi sono arrivati 61 mila migranti e si è parlato di invasione. Nei primi 45 giorni di guerra in Ucraina da quel paese ne sono arrivati 85 mila e non ce ne accorgiamo nemmeno. C'è una responsabilità della politica e dell’informazione nell'inseguire questo fantasma. Credo che la politica dovrebbe avere molto più coraggio, e vale soprattutto per chi dovrebbe avere nel proprio Dna la difesa degli ultimi.  E gli ultimi in questi anni sono, ahimé, appunto i migranti. Non si dovrebbe, a mio avviso, cedere mai, neanche di un centimetro, rispetto alla narrazione populista, nazionalista, xenofoba e razzista che invece è stata fatta in questi anni.