Dal 9 ottobre 2021, giorno in cui i gruppi eversivi appartenenti alla destra neofascista devastarono la sede della Cgil nazionale durante una manifestazione di "no vax e no green pass ", tante altre sedi delle Cgil territoriali sono state oggetto in vario modo di incursioni altrettanto devastanti. La cosa, già di per sé inquietante, assume aspetti ancora più allarmanti dopo che la notte fra il 21 e il 22 marzo la sede della Filcams Cgil di Napoli è stata oggetto di uno stesso trattamento di vandalismo, al chiaro scopo di dare un segnale di intimidazione a chi, la Cgil, aveva ospitato gli organizzatori della Giornata della memoria delle vittime innocenti di mafia, e con loro avevano lavorato per rendere grande e bella la manifestazione in piazza Plebiscito a Napoli contro le mafie. 

Ma noi non ci faremo certo intimidire. Anzi questi episodi ci spingono a organizzare e a dare ancora più forza al nostro impegno di legalità su tre versanti chiari e concreti. Innanzitutto, la nostra determinazione a continuare la strada di costituirci "parte civile" in tutti i processi dove le libertà democratiche e i diritti del lavoro vengono attaccati, calpestati e talvolta uccisi dalle azioni criminali dei sodalizi mafiosi, dei caporali senza scrupoli, dei movimenti eversivi, delle azioni altrettanto devastanti della corruzione.

Per noi costituirci "parte civile" rappresenta il modo con il quale diamo continuità, in un altro modo, alla nostra azione sindacale di tutela dei diritti. Stare dentro il processo significa dare un contributo alla ricerca della verità; ci permette inoltre di conoscere i fatti e di avere così maggiore consapevolezza di quanto accaduto. Inoltre, vogliamo stare dentro i processi per farli vivere non come un corpo separato dalle problematiche sociali, ma costruendo un collegamento fra il processo e la società civile. 

In secondo luogo vogliamo aprire tavoli di confronto permanenti con le pubbliche amministrazioni per quanto riguarda le scelte di spesa che i vari governi si apprestano a fare a partire dall'utilizzo delle risorse del Pnrr, e per quanto riguarda il controllo della spesa stessa. Le istituzioni devono passare dalle grida d’allarme ai fatti, se hanno a cuore il futuro dello sviluppo democratico del nostro Paese. Contro mafie e corruzione dobbiamo unire le forze e riannodare le fila e i legami fra istituzioni, organizzazioni sindacali e società civile.

Infine, è presente nel Paese una risorsa straordinaria fatta di innumerevoli associazioni impegnate nel contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione. La Cgil è parte di questa risorsa straordinaria e si pone l'obiettivo di contribuire a unire questa risorsa così importante. Le mafie in particolare esercitano il loro potere attraverso il controllo sociale del territorio. Noi dobbiamo aiutare la costruzione di un controllo sociale che in maniera contrapposta sia capace di innervarsi sui valori di legalità, di democrazia, di libertà come indicato nella nostra Costituzione

Questa saldatura di valori e il loro ancoraggio ai principi costituzionali rappresentano l'antidoto migliore per prevenire il pericolo, sempre in agguato, determinato dalla saldatura, sempre possibile, fra interessi mafiosi e movimenti della destra eversiva. D’altra parte, la storia più lontana e quella più recente dell’Italia ci parlano concretamente di questo pericolo. Dai fatti di Portella della Ginestra, a quelli che hanno caratterizzato il periodo stragista, fino a quelli di mafia capitale e oltre, la realtà impietosa ci dice che anche su questo versante non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia.

Luciano Silvestri, responsabile del Coordinamento legalità e sicurezza della Cgil nazionale