Lavoratrici ucraine bloccate in Italia, senza la possibilità di andare a riprendere i propri figli, molti dei quali sono minorenni. Succede nel 2022, nel pieno di un conflitto sanguinoso, perché queste persone hanno fatto domanda di emersione due anni fa e sono ancora in attesa di una risposta. Per risolvere questa situazione la campagna Ero straniero, composta da un folto numero di associazioni ed enti, ha inviato una lettera alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese per chiedere che venga data la possibilità alle persone attualmente in attesa di essere regolarizzate di poter lasciare l’Italia e farvi ritorno senza perdere la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno, come invece prevede ora la normativa. La richiesta arriva dopo aver ricevuto numerose segnalazioni da parte di collaboratrici domestiche ucraine impiegate nelle case di famiglie italiane, che hanno fatto domanda di emersione e sono ancora in attesa di avere notizie dalle prefetture.

Con circa 20mila domande, quella ucraina è la prima nazionalità tra quanti hanno aderito alla sanatoria nel settore domestico del 2020. In queste ore drammatiche, molte lavoratrici in attesa di permesso di soggiorno hanno necessità di andare velocemente nei Paesi confinanti l'Ucraina per recuperare i loro familiari in fuga, in particolare i figli minorenni, spesso accompagnati fino al confine dai padri a cui la legge marziale impedisce di uscire dallo Stato. Queste mamme oggi di fatto non possono andare via dall’Italia.

"La consapevolezza di perdere il permesso così lungamente atteso sta trattenendo le donne ucraine dal mettersi in viaggio – spiegano i promotori della campagna, tra cui si annoverano Radicali italiani, fondazione Casa della carità "Angelo Abriani", Arci, Asgi, Centro Astalli, Cnca, A Buon Diritto, Oxfam Italia, ActionAid Italia, Acli, Legambiente, Aoi, Terra! –. Questo le mette in una condizione di grande angoscia ed espone i loro familiari a un rischio molto alto. Il grave ritardo da parte della pubblica amministrazione non può essere pagato da lavoratrici e lavoratori in emersione (e dai loro datori di lavoro), meno che mai in questo momento drammatico. Abbiamo quindi chiesto alla ministra Lamorgese di intervenire quanto prima affinché le persone in attesa di ottenere il permesso di soggiorno possano liberamente uscire dal territorio italiano e rientrarvi, senza che questo abbia alcun impatto sulla loro procedura di emersione”.

I promotori della campagna che propone un nuovo approccio alla questione migratoria nel nostro Paese hanno anche ricordato la necessità di superare il grave ritardo in cui versano le moltissime pratiche ancora in attesa e porre fine all'incertezza di decine di migliaia di donne e uomini. E hanno chiesto che vengano prorogati i contratti in scadenza di lavoratrici e lavoratori somministrati che operano nelle questure e nelle prefetture: “In un momento così delicato in cui il carico di lavoro su questi uffici andrà inevitabilmente aumentando – concludono -, è necessario che si trovi una strada per garantire la continuazione del lavoro di queste figure e il pieno funzionamento degli uffici".