Associazioni d’impresa dei comparti della moda (tessile-abbigliamento e calzature) insieme ai sindacati nazionali di categoria Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil chiedono un incontro urgente al ministro del Lavoro, perché vengano assunti provvedimenti immediati in favore delle aziende che subiscono gli effetti diretti e indiretti del conflitto in atto tra Russia e Ucraina.

Associazioni e sindacati segnalano la grave preoccupazione per la situazione che si è determinata nelle filiere della moda evidenziando, in particolare, due specifiche situazioni di crisi sulle quali occorre intervenire con assoluta urgenza: quella relativa alle fasi produttive che richiedono un grande consumo di energia, sia elettrica che di gas naturale, che con l’aumento esponenziale dei costi energetici registrato in questi giorni sono di fatto costrette a interrompere o a limitare fortemente le lavorazioni per non compromettere il loro equilibrio economico, già gravemente pregiudicato dagli incrementi di costo avvenuti nei mesi scorsi; quella delle aziende che esportano una parte significativa dei propri prodotti finiti in Russia e nei Paesi limitrofi che, in seguito delle sanzioni dirette e indirette (come quelle che colpiscono le transazioni finanziarie) sono costrette a bloccare le spedizioni già pronte e a cessare la lavorazione delle commesse già acquisite.

In entrambi i casi, le aziende maggiormente colpite sono le piccole e medie imprese. Le grandi aziende sono, di norma, maggiormente diversificate, sia per la tipologia delle lavorazioni (non sempre energivore), che per i mercati di sbocco dei propri prodotti, tra i quali la Russia rappresenta spesso una percentuale modesta del complesso delle esportazioni. Per le Pmi, invece, la situazione è ben diversa: sono spesso concentrate su poche fasi produttive nell’ambito della filiera e se queste lavorazioni sono fortemente energivore la loro situazione si è fatta drammatica. Oppure, nel caso della produzione di prodotti finiti, la loro diversificazione dei mercati di sbocco è molto più limitata: per molte Pmi (spesso concentrate in alcuni specifici distretti territoriali) il mercato russo rappresenta una parte molto rilevante delle esportazioni complessive. La totale cancellazione di questo mercato (in genere di prodotti di alta gamma) certamente non potrà essere nel breve periodo soppiantata dall’espansione in altri mercati, per cui il fermo produttivo diventa una necessità.

In tale situazione, associazioni d’impresa e sindacati condividono l’obiettivo di salvare le aziende e l’occupazione e su questo obiettivo chiedono un intervento immediato del governo. In particolare, considerato che la situazione descritta sta comportando fermate forzate del lavoro, per mantenere intatte le possibilità di ripresa delle attività e della capacità produttiva chiedono di intervenire con provvedimenti in grado di fermare l’emorragia di costi, a partire dal costo del lavoro, salvaguardando nel contempo l’occupazione e le professionalità.

Al governo viene quindi richiesto un ammortizzatore sociale straordinario (sul modello della cosiddetta Cassa-Covid), da mettere subito a disposizione delle aziende direttamente interessate dalle situazioni di crisi descritte, con le seguenti caratteristiche: esclusione dei costi accessori (i cosiddetti contributi addizionali);; esclusione dai limiti temporali relativi alla Cig ordinaria e straordinaria.

In effetti, la Cassa-Covid introdotta in occasione dello scoppio della pandemia e protrattasi fino alla fine del 2021, ha conseguito l’obiettivo di salvare le aziende e le filiere produttive della moda, con grande beneficio per la salvaguardia di un patrimonio di occupazione e di professionalità che tutto il mondo ci riconosce. Per affrontare questa nuova grande calamità si ritiene assolutamente necessario ed urgente mettere a disposizione delle aziende in grave difficoltà uno strumento di analoga efficacia. Pertanto, per discutere e approfondire nel merito la situazione e la conseguente richiesta d'intervento del governo, Smi e Assocalzaturifici e sindacati della moda si attendono una urgente convocazione da parte del ministro del Lavoro, Orlando.