Il 26 febbraio del 1922, esattamente 100 anni fa, iniziava il governo di Luigi Facta, l’ultimo prima dell’avvento del fascismo in Italia. Il governo Facta I (seguito dal Facta II, 1° agosto - 27 ottobre 1922), rimarrà in carica dal 26 febbraio 1922 al 1° agosto dello stesso anno per un totale di 143 giorni. Si dimetterà in seguito alla sfiducia del 20 luglio con soli 103 voti a favore e 288 contrari.

Tre mesi dopo, il 28 ottobre 1922, con la marcia su Roma, Mussolini prenderà il potere. Comincia per l’Italia il ventennio fascista, venti anni di dittatura, guerra, morte. Il 16 novembre del 1922 Benito Mussolini pronuncia quello che passerà alla storia come “il discorso del bivacco”. È il primo discorso tenuto dal duce in veste di Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia.

“Signori - dirà - quello che io compio oggi, in questa Aula, è un atto di formale deferenza verso di voi e per il quale non vi chiedo nessun attestato di speciale riconoscenza (…) Mi sono rifiutato di stravincere, e potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza è quella che non ci abbandona dopo la vittoria. Con 300 mila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo. Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto”.

Seguiranno mesi di braccio di ferro, in cui il governo fascista sembra sul punto di capitolare, ma il 3 gennaio 1925, con un altrettanto famoso discorso alla Camera, Benito Mussolini assumerà in prima persona la responsabilità politica del delitto Matteotti, facendo cadere la maschera del regime: “Ma poi, o signori - dirà - quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho creato con una propaganda che va dall’intervento ad oggi”.

“Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere”. Un’associazione a delinquere che provocherà migliaia di morti.

Tra partigiani e soldati italiani sono caduti combattendo durante la Seconda guerra mondiale almeno 300 mila uomini. Le donne partigiane combattenti sono state 35.000. 4.653 di loro sono state arrestate e torturate, oltre 2.750 deportate in Germania, 2.812 fucilate o impiccate, 1.070 cadute in combattimento. Durante la Resistenza le vittime civili di rappresaglie nazifasciste sono state oltre 10.000. Ancora di più gli ebrei italiani deportati. Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 solo nella valle tra il Reno e il Setta (tra Marzabotto, Grinzana e Monzuno), i soldati tedeschi con la complicità degli italici fascisti hanno massacrato circa mille persone. No, ripetiamo tutti insieme, Mussolini non ha fatto anche cose buone.