Sono passati quasi due mesi – era il 9 ottobre – da quando i neofascisti attaccarono la sede nazionale della Cgil. Proprio in queste ore si è giunti ad un primo calcolo dell’ammontare dei danni materiali: ben oltre 100 mila euro. I danni immateriali, invece, non sono calcolabili. A essere attaccata non è stata solo la Cgil o il movimento sindacale: a essere colpita è stata la democrazia nel nostro Paese.

Molti gli appelli, gli ordini del giorno di enti locali e di parlamentari della Repubblica che si sono susseguiti con la richiesta di scioglimento delle organizzazioni neofasciste. Eppure nonostante gli allarmi lanciati, le inchieste giornalistiche che illustrano come queste organizzazioni infiltrandosi, ad esempio tra i no vax, mettano seriamente a rischio la convivenza sociale e democratica, nulla è successo.

Leggi anche

Culture

Mai più fascismi: anche le mafie possono approfittarne

Un pdf scaricabile raccoglie i contributi di solidarietà raccolti da Collettiva dopo l'assalto squadrista del 9 ottobre alla sede della Cgil. Testi di Rosy Bindi, Borrometi, Bray, Caselli, Dalla Chiesa, Ferracuti, Giulietti, Montanari, Omizzolo, Parisella, Scego, Settis, Silvestri, Smuraglia, Tagliacozzo
Mai più fascismi: anche le mafie possono approfittarne
Mai più fascismi: anche le mafie possono approfittarne

E allora un gruppo di associazioni, tra cui la Cgil e l’Anpi, hanno sottoscritto un appello al presidente del Consiglio, sottolineando l’urgenza di questo provvedimento. Non c’è tempo e non si può sottovalutare il rischio che il nostro Paese, ma anche l’Europa, corre. Questi gli altri firmatari: Acli, Aned, Anppia, Arci, Articolo 1, Articolo 21, Ars, Cisl, Comitati Dossetti, Cdc, Cus, Federazione dei Verdi, Fiap, Fivl, Fondazione Cvl, Istituto Alcide Cervi, Legambiente, Libera, Libertà e Giustizia, M5S, Pd, Prc, Rete della conoscenza, 6000sardine, Sinistra Italiana, Uil, Udu. 

“Chiediamo il massimo impegno da parte del governo e di tutte le istituzioni della Repubblica per contrastare fermamente la deriva a cui stiamo assistendo in Italia e in Europa, dove proliferano movimenti di chiaro stampo fascista, nazista, antisemita, nazionalista e xenofobo. Pensiamo che la nostra azione debba andare a stimolare l’Unione Europea nelle azioni di contrasto più efficaci contro questi comportamenti che tentano di minare alla base i consessi democratici dei singoli Paesi”. Così scrivono le organizzazioni firmatarie dell’appello, sottolineando come fenomeni simili a quelli italiani siano diffusi in altri paesi europei e come il contrasto debba essere forte e ovunque. Se l’Italia decidesse per lo scioglimento sarebbe un segnale forte anche oltralpe: la difesa della democrazia non può conoscere confini.

Ci sono tanti fenomeni che devono preoccupare, tra questi: “i ripetuti attacchi alla libertà di informazione che sono giunti fino all’aggressione a coloro che esercitano il diritto di cronaca”, si legge sempre nell'appello. Non dimentichiamo, infatti che giornalisti e giornaliste per il solo fatto di svolgere il proprio diritto di informare a tutela del diritto ad essere informati di ciascuno di noi, sono stati insultati ed aggrediti.

Così come le fratture sociali già presenti nel nostro Paese, acuite dalla pandemia, rischiano di essere strumentalizzate da queste organizzazioni. Gli estensori dell’appello sottolineano: “Siamo però allarmati, visto il grave disagio sociale che attraversa il Paese, dall’aumento della povertà, economica, educativa, abitativa, dalle opportunità di lavoro troppo sporadiche rispetto alle legittime aspirazioni dei giovani e più in generale dei cittadini tutti: quando le persone si sentono sole, senza risposte sui temi caldi della vita di tutti i giorni, possono essere preda degli slogan vuoti e semplicistici; siamo allarmati dalla spavalda arroganza, dalla violenza verbale e materiale dei gruppi neofascisti. Servono risposte che aiutino le persone a sentirsi parte integrante della società, a sentirsi incluse. La democrazia è sorgente di libertà, solidarietà, eguaglianza. E la storia dimostra che la democrazia si conquista ogni giorno e “insieme”: non è mai conquistata una volta per tutte. La democrazia sarà più forte se si difende sia attraverso la conoscenza, la cultura, la formazione, sia con la rigorosa applicazione della Costituzione e delle sue leggi di attuazione”.

Occorre ricucire quelle fratture, costruire unità nel nome della Costituzione antifascista. Per questo “le rivolgiamo un accorato appello: il governo proceda immediatamente allo scioglimento di tutte le organizzazioni neofasciste e avvii contestualmente una forte politica di contrasto ai nazismi, ai fascismi e ai razzismi. Prima che sia troppo tardi”.