Da tre anni il movimento sorto dalla spinta di Greta Thunberg sollecita, spinge i governanti del mondo ad agire per frenare le emissioni e rallentare il riscaldamento climatico. Per la sopravvivenza dei popoli la salvaguardia dell’ambiente è la priorità: la pandemia e lì a dimostrarlo. L’ingiustizia climatica porta con sè diseguaglianze sociali ed economiche macroscopiche. Bisogna allora dare "una sveglia" ai potenti del mondo, e allora il 24 settembre è sciopero per il clima in tutto il globo. Secondo Giacomo, uno degli organizzatori della manifestazione che terrà a Forlì: “Il momento migliore per agire sarebbe stato 30 anni fa, ma il secondo momento migliore è oggi. È una responsabilità, ma anche un'opportunità storica”.

Siamo a fine settembre e ancora vestiamo gli abiti che indossavamo a luglio e agosto: le temperature sono quelle di piena estate, e l’estate è stata contrassegnata da un caldo talmente intenso che la penisola è stata contrappuntata da incendi. Certo, sono stati causati non da autocombustione ma da mano umana, però le alte temperature hanno favorito gli incendi. E poi nubifragi che hanno ferito territorio e colture. Nessuno può dire di non sapere cosa sta succedendo, nessuno può dichiararsi assolto se non si assume la responsabilità di mutare comportamenti individuali e collettivi. E i governanti ancor di più.

È responsabilità di ciascuno di noi far in modo che le cose cambino: questo il senso della mobilitazione del 24, ben chiarito dall’appello che le ragazze e i ragazzi di  Fridays For Future hanno lanciato: “Quest’anno, in autunno, si terrà la Cop 26, la conferenza mondiale a cui ogni Stato dovrà portare i propri impegni per la riduzione delle emissioni e per la risoluzione della crisi climatica. È necessario che i Paesi del mondo collaborino fra loro, portando i loro obiettivi più ambiziosi. Sarà un momento storico. Anzi, dovrà esserlo, lo dobbiamo rendere possibile attraverso il più grande strumento che tuttə noi abbiamo: l’attivismoSu di noi, giovani e adulti del 2021, pesa una responsabilità, ma anche una grande opportunità: cambiare la storia prima che essa cambi noi. Uniamo le energie e la passione in un unico grande momento coordinato in tutto il mondo, prima della Cop 26: venerdì 24 settembre 2021”.

Prosegue l’impegno di Cgil, Cisl, Uil per una giusta transizione che garantisca lavoro, tutela dell’ambiente, del clima e della salute. Per questo le tre Confederazioni partecipano alla Giornata globale di azione per il clima promossa per oggi dalla Confederazione Internazionale dei sindacati e aderiscono al 'Global climate strike' dei Fridays for Future in programma per venerdì prossimo, 24 settembre”. Lo affermano la vicesegretaria della Cgil Gianna Fracassi e i segretari confederali di Cisl e Uil Angelo Colombini e Tiziana Bocchi

Il lavoro, dicevamo: non è un caso che i ragazzi e le ragazze di FFF hanno inviato una lettera ai lavoratori alle lavoratrici e alle organizzazioni sindacali, chiedendo loro aiuto per un'azione collettiva in favore del clima. “Non c’è lavoro su un pianeta morto”, scrivono: “Le due lotte, quella per un pianeta vivibile e quella per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, sono inscindibili. La necessaria conversione a un sistema ecologicamente sostenibile deve andare di pari passo con la tutela dei diritti dei lavoratori e delle fasce più deboli della popolazione, su cui si scarica il fardello dei costi ambientali. La transizione ecologica può funzionare solo se portata avanti rispettando i principi di giustizia sociale, ambientale e climatica. Contrariamente a quanto spesso si sente ripetere, creerà nuovo lavoro, un lavoro migliore per le persone e per il clima". 

La risposta della Cgil non si è fatta attendere. Dice Gianna Fracassi, vice segretaria della confederazione di Corso d’Italia: “Il 24 settembre la Cgil scenderà in piazza con il movimento dei #FFF. Il 24 aprirà un periodo di iniziative e mobilitazioni, in cui il nostro sindacato sarà impegnato fino alla conferenza per il clima (Cop26) di novembre a Glasgow. La mobilitazione del 24 ha un significato particolare per il nostro Paese, visto che dopo pochi giorni a Milano ci saranno i negoziati della pre-Cop e a fine ottobre il summit del G20, che precederà di poche ore l’avvio della Cop26”.

“Il clima è una minaccia sempre più drammatica per la vita sul pianeta, le parole e gli impegni non sono sufficienti a garantire l’obiettivo di 1,5°C. – aggiunge la dirigente sindacale -. Servono azioni concrete, rapide ed efficaci. Accelerare la transizione verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile è l’unica possibilità di uscire dalla crisi sociale, climatica ed economica, ma questa trasformazione radicale del sistema produttivo e sociale non deve essere pagata dai lavoratori e dai soggetti più fragili della società. Perché ciò non avvenga servono investimenti, piani e misure per creare nuova occupazione, ammortizzatori sociali universali, formazione permanente e riqualificazione professionale, una legge contro le delocalizzazioni, interventi di contrasto alla povertà energetica e di riduzione del costo delle bollette energetiche, con interventi di efficienza energetica e sviluppo delle rinnovabili. Serve un ruolo forte dello Stato in economia, anche con la creazione diretta di posti di lavoro e un coinvolgimento attivo e partecipativo di tutta la società civile per definire il futuro del paese”.

Per saperne di più e individuare la piazza più vicina dove manifestare basta visitare il sito Sciopero Globale per il Clima