Bari, la Flc Cgil dice no ai doppi turni. Come era prevedibile, il caos nel governo della ripresa sta producendo i primi effetti "fai da te". Con il rischio che le Regioni e i Comuni riprendano ad andare in ordine sparso. La Puglia non è nuova a queste sortite: come si ricorderà, lo scorso anno il presidente di Regione, Michele Emiliano, aveva lasciato alle famiglia la decisione di mandare o meno i propri figli a scuola. Ora la scelta – già molto contestata – di scaglionare gli ingressi in due turni: alle 8 e alle 9.40. 

Per Claudio Menga, segretario generale della Flc regionale, si tratterebbe di "una scelta che crea, anche a fronte dell'esiguità della percentuale sul secondo turno, più problemi di quanti intenda risolverne". Secondo quanto deciso, infatti, il 75% degli studenti di Bari e provincia entrerebbe al primo turno, mentre solo il 25% al secondo.  

"Al momento – aggiunge il sindacalista – non si comprende se l'ingresso al secondo turno sarà a turnazione o coinvolgerà sempre gli stessi gruppi classe, con quali criteri si sceglieranno le classi che dovranno effettuare il doppio turno, se vi sarà una ripartizione tra il biennio (che ha mediamente meno ore del triennio) e il triennio, se vi saranno accordi tra le scuole di uno stesso distretto o se ogni istituzione si muoverà autonomamente, se si organizzeranno le corse per tipologie di scuola con orari coincidenti oppure no".

Altrettanto incomprensibile, per il sindacalista, "appare la scelta di percentuali di suddivisione dei turni così sbilanciata", altrettanto grave poi è il mancato "coinvolgimento e la partecipazione delle scuole e delle organizzazioni sindacali" e il fatto che la decisione sia stata presa "a pochissimi giorni dall'inizio delle lezioni andando a stravolgere il lavoro di pianificazione avviato dalle scuole già da diverse settimane".

Altre sarebbero le misure necessarie a ripartire in sicurezza: "Serve un trasporto pubblico sempre più flessibile nella sua offerta, così da soddisfare a pieno le esigenze di un'utenza oggi orientata all'uso del mezzo privato, sia per la paura del rischio contagi, sia per le riduzioni del servizio in atto", conclude Menga.