La notizia della scomparsa di Gino mi lascia sgomento. È un pugno allo stomaco. Mi fa piangere. Ho avuto la fortuna di conoscere, frequentare e discutere con Gino Strada. Di diventarne amico, di lottare insieme, di condividere un sistema di ideali comuni, come piaceva dire a Gino. Tutte le volte che Gino ha chiamato, ho risposto ci sono. Così ha sempre fatto lui quando gli è stato chiesto di prendere le parti del lavoro. 

Gino si vantava di avere in tasca solo due tessere: quella dell’Anpi e quella onoraria della Fiom Cgil, che gli era stata consegnata nel 2004 a Livorno. L’ultima manifestazione pubblica che abbiamo fatto insieme è stata quella del 25 aprile 2018 a Monte Sole di Marzabotto, davanti a migliaia di persone. Gino con forza ribadì di essere contro tutte le guerre, senza se e senza ma, e che il nostro impegno doveva puntare a cancellare la guerra come strumento di regolazione dei rapporti tra gli Stati e le persone. 

Gino ci ha insegnato che il diritto ad essere curati deve essere universale, che proteggere la vita delle persone è compito fondamentale di ogni democrazia e che per questo la parola profitto è incompatibile con una vera sanità pubblica. Caro Gino grazie per tutto ciò che hai saputo fare e per averci insegnato ad essere partigiani. Sempre.