"Stellantis consolida i risultati finanziari ma è alta la preoccupazione per il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori e degli stabilimenti in Italia. Come nel primo trimestre infatti i risultati positivi in Europa sono trainati principalmente dai modelli del marchio Peugeot e Opel, la situazione degli stabilimenti italiani del gruppo invece è in netta controtendenza rispetto ai dati finanziari e sta determinando criticità anche per le metalmeccaniche e i metalmeccanici delle aziende della componentistica.I lavoratori vedono nella busta paga mensile ridursi il salario: la crisi di mercato e delle forniture, in particolare quelle relative alla microelettronica e la mancanza di nuovi modelli ha determinato di fatto un aumento generalizzato degli ammortizzatori". Lo dichiarano, in una nota congiunta, Michele De Palma, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile automotive e Simone Marinelli, coordinatore nazionale Stellantis per la Fiom.

"Nel secondo trimestre infatti si è fatto ricorso alla cassa integrazione a zero ore per otto settimane nello stabilimento Agap di Grugliasco e per tre settimane per quanto riguarda Pomigliano d'Arco, fermo, inoltre, dal 9 luglio. Utilizzo costante e in aumento degli ammortizzatori anche negli enti centrali, a Cassino e a Mirafiori con giornate di sospensione delle attività in alcuni reparti e riduzione della produzione per altri, a Pratola Serra e Cento, stabilimenti che realizzano esclusivamente motori diesel sui quali è necessario avviare un confronto per la transizione. Dopo l’annuncio dell’installazione della terza gigafactory di Stellantis nel nostro Paese, è necessario ora entrare nel merito dell’investimento per avere garanzie sulla tenuta occupazionale dello stabilimento di Termoli", proseguono i due dirigenti sindacali.

"A Melfi, si è avviato un percorso per gestire la fase di transizione fino all’arrivo dei quattro nuovi modelli nel 2022, ma occorrono ulteriori strumenti per accompagnare il processo, garantire l’occupazione e il salario, fino all’avvio delle produzioni. Nelle ultime settimane, la crisi dei semi-conduttori ha impattato anche la Sevel dove però ad  aumentare la preoccupazione sono le prospettive  dello stabilimento, l’allocazione dei nuovi modelli in particolare elettrici e il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori in somministrazione. Occorre intervenire per tutelare l’occupazione e il salario delle lavoratrici e dei lavoratori", continuano i due sindacalisti.

"Per questo, è necessario che il Governo riapra il confronto con l’azienda e le organizzazioni sindacali. La possibilità di avviare la produzione di microchip con Intel a Mirafiori è una ulteriore opportunità, ma per garantire la piena occupazione e la ripartenza dell’intero settore è necessario un piano industriale che individui le missioni produttive di ogni singolo sito e porti nuovi modelli negli stabilimenti in grado di sfruttare  appieno la capacità installata di 1.500.000 di veicoli", concludono i due esponenti Fiom.