L'11 giugno del 1984 moriva Enrico Berlinguer. Qualche giorno prima aveva tenuto il suo ultimo comizio in Piazza della Frutta a Padova. 37 anni dopo, nello stesso luogo, la Cgil di Padova lo ha ricordato ieri sera con immutato affetto e viva nostalgia. (Foto a cura di Luigi Perissinotto)

Tratto dal libro “Il vento soffia ancora”, di Piero Ruzzante e Antonio Martini

(…) “Vi invito a impegnarvi tutti in questi pochi giorni”, a questo punto la voce si incrina, la mano aperta sulla bocca, “che ci separano dal voto con lo slancio che sempre i comunisti hanno dimostrato nei momenti cruciali della vita politica.” I militanti cominciano a dire “Basta, basta Enrico”. Ormai sillaba le parole: “Lavorate tutti casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini, con la fiducia”, prende fiato, le persone dalla piazza guardano l’immagine del volto sul grande schermo e si rendono conto della drammaticità della situazione meglio di chi sta sul palco. Questa volta gridano “Basta, Enrico basta” e applaudono più forte. Tatò, convinto che il malore sia legato all’indigestione della cena consumata la sera prima a Genova, cerca di suscitare l’entusiasmo della folla applaudendo lui stesso per incitare Berlinguer a trovare le energie per concludere. Dalla piazza sale, insieme agli applausi, un coro da stadio: “En-ri-co, En-ri-co, En-ri-co…”. Lui reagisce con un sorriso dolce. Via definitivamente gli occhiali, non legge più, chiude a braccio, come in trance: “Per quello che siamo stati e siamo è possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa, che è la causa della pace, della libertà, del lavoro, del progresso della nostra civiltà”. L’ultima parola si intuisce appena.