Acrib, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil del Veneto hanno presentato alla Regione alcune proposte per la ripartenza del comparto. Il documento riconosce la centralità del Politecnico calzaturiero, quale asset strategico per incentivare la competitività della Riviera del Brenta nei mercati esteri e per favorire il mantenimento e l’incremento degli attuali livelli occupazionali. Venezia, 26 maggio 2021 – Puntare sulle politiche attive e sulla formazione, ricompattare la filiera produttiva e sviluppare nuovi progetti legati alla sostenibilità in tutte le sue declinazioni. Queste le linee programmatiche che Acrib e sindacati hanno presentato all’Assessore regionale al lavoro e alla formazione Elena Donazzan, con l’obiettivo di rilanciare il distretto calzaturiero della Riviera del Brenta.

Il settore è tra i più colpiti dall’impatto del Coronavirus. Sul piano nazionale si registra una flessione a doppia cifra di tutte le principali variabili. Secondo gli ultimi dati elaborati dal centro studi di Confindustria moda per Assocalzaturifici, il 2020 ha visto un calo del fatturato (-25,2%) e della produzione (-27,1%) rispetto all’anno precedente. È pesante la caduta dell'export in termini di valore (-14,7%) e quantità (-17,4%), drastica la riduzione dei consumi delle famiglie italiane nella spesa (-23,1%) malgrado la crescita del canale online. Un fattore che, tuttavia, non riesce a compensare il deciso crollo delle vendite legate al turismo nazionale e soprattutto estero. La crisi legata alla pandemia da Covid non ha risparmiato le aziende del territorio. In Veneto, nel 2020, il numero di imprese (calzaturifici e produttori di parti) ha registrato una variazione pari a meno 36 unità, tra industria e artigianato, accompagnata da un saldo negativo di meno 399 addetti. L’export ha segnato una flessione del -11,1% in valore sul 2019, tra calzature e componentistica.

Alla luce di questo scenario, le parti sociali ritengono fondamentale intervenire innanzitutto in materia di formazione, mediante progetti di breve, medio e lungo termine. Nel primo caso, si tratta di percorsi da attivare nel periodo di utilizzo degli ammortizzatori sociali Covid, per riqualificare il personale occupato in azienda e per preparare quelle figure professionali che, ad oggi, non sono facilmente reperibili. I piani a lungo termine, invece, prevedono una formazione di “alto livello” per favorire l’evoluzione del distretto e per governare gli scenari futuri che il settore calzaturiero dovrà affrontare. Il Covid, del resto, ha accelerato alcuni trend che già stavano coinvolgendo il mercato del lavoro. I mestieri del domani richiederanno maggiori competenze digitali e tecnologiche, da qui la necessità di investire in progetti all’avanguardia attraverso il coinvolgimento delle Istituzioni, a partire dalle Università. Centrale, a questo proposito, è il ruolo del Politecnico Calzaturiero, chiamato oggi più che mai a portare l’innovazione all’interno delle aziende e dei processi produttivi. La struttura è destinata a diventare un polo formativo di eccellenza a livello internazionale per la preparazione delle maestranze e delle nuove figure necessarie al settore, per questo deve essere supportata con adeguate risorse.

Acrib e sindacati ribadiscono, inoltre, l’importanza di ripristinare quella filiera produttiva che negli anni ha consentito di attrarre i grandi marchi nella Riviera del Brenta. L’obiettivo, oggi, è quello di recuperare le professionalità che con il tempo si sono perdute per riuscire a presidiare anche nuovi segmenti di mercato. Infine, il documento sottolinea l’importanza di investire nella sostenibilità: dal rispetto dell’ambiente e dei diritti umani al risparmio delle materie prime e delle risorse economiche, dalla riduzione degli sprechi all’attenzione alla salute dei lavoratori e dei consumatori. “Il settore calzaturiero ricopre da sempre un ruolo strategico per l’economia della Riviera del Brenta e del Veneto. Orgoglio e simbolo del Made in Italy nel mondo, vanta un know how caratterizzato da competenze straordinarie, frutto di sette secoli di tradizione. Oggi, a causa della crisi pandemica, necessita di politiche industriali specifiche che devono essere condivise da tutti gli stakeholder – dichiara il Presidente di Acrib Gilberto Ballin insieme ai segretari Filctem, Femca e Uiltec regionali rispettivamente Michele Corso, Stefano Zanon e Giampietro Gregnanin -. Per dare seguito alle nostre proposte programmatiche, servono investimenti ministeriali e regionali a lungo termine, anche attingendo alle risorse del Next Generation Europe. Nel contempo, è indispensabile un forte rilancio del sistema delle relazioni industriali e sindacali. Siamo convinti che, dal confronto tra le parti, possano scaturire le condizioni per governare questa decisiva fase di cambiamento”.

. «Il distretto - sottolinea Corso - negli ultimi anni ha perso appeal, e non solo per. il Covid. Nel documento inviato in Regione poniamo in rilievo che l'area deve tornare competitiva; altrimenti i grandi marchi potrebbero cercare altri fornitori all'estero. E non avendo la leva di un costo del lavoro più conveniente non possiamo che sfruttare il valore delle capacità, che vanno formate. Un molo fondamentale, qui, è quello del Politecnico calzaturiero. Fin qui per le produzioni, di prima fascia. Ma c'è anche il livello di una galassia di piccoli terzisti, che richiede altrettanta tutela. Servono investimenti e contrattazioni territoriali, tema che non si ferma ai rapporti fra le parti datoriale e sindacale ma che chiama in causa anche gli enti locali".