Piccoli passi avanti, ma c'è ancora molto da fare per giungere a una conclusione positiva. In sintesi, questa è la situazione della vicenda Alitalia-Ita, dopo l'accordo raggiunto a Bruxelles tra la Commissione europea e il nostro governo. 

"Positivo finalmente lo sblocco della situazione di stallo con la commissione Ue. L'importante è che non sia mortificante per l'industria del trasporto aereo italiano - afferma Fabrizio Cuscito, segretario nazionale della Filt Cgil, responsabile del trasporto aereo -. L'intesa deve poter garantire lo sviluppo industriale dell’azienda, il mantenimento dell’attività di volo, di manutenzione, di handling ed amministrative e la tutela dell’attuale occupazione del personale Alitalia. In un momento difficile come quello che sta attraversando tutto il paese ed in particolar modo il settore del trasporto aereo ulteriori perdite di posti di lavoro, per di più ad opera dello Stato, non sarebbero accettabili".

Quello che preoccupa i sindacati è il solito balletto di cifre a proposito di addetti, aerei e voli a disposizione della nuova compagnia. Per non parlare degli stipendi, elargiti negli ultimi mesi con il contagocce. Nell'incontro di ieri tra i commissari di Alitalia in amministrazione straordinaria e i vertici di Ita è stato ribadito che attualmente non sono giunti nelle casse dell’azienda i 100 milioni stanziati dal decreto Sostegni bis e neanche i 50 milioni annunciati il mese scorso dal ministro dello Sviluppo economico Giorgetti. Il tutto, ascrivibile ai tempi della burocrazia.
 
I sindacati  hanno ribadito come la certezza delle retribuzioni sia elemento imprescindibile ed indicativo del rispetto dei lavoratori,  e non possano  quindi essere tollerati ulteriori ritardi. Al termine della riunione, Alitalia si è quindi impegnata ad attivare subito l’erogazione del 50% delle retribuzioni con le disponibilità di cassa residue. Le parti hanno deciso di mantenere aperto il tavolo per procedere al più presto, una volta avuta certezza sull’esigibilità delle risorse stanziate dal governo all’erogazione del restante 50%, nei primi giorni di giugno,.
 
"Non è possibile - hanno dichiarato i segretari generali di Filt, Stefano Malorgio, Fit, Salvatore Pellecchia e Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi - che Alitalia resti commissariata dal 2017, con versioni altalenanti sul numero degli aerei e quindi degli esuberi. E in tutto questo il tempo passa; la stagione estiva, la più redditizia, è già cominciata; la cassa viene bruciata; gli stipendi non arrivano regolarmente; la concorrenza si mangia gli spazi della compagnia di bandiera. La situazione insomma continua a peggiorare e noi continuiamo ad apprendere le notizie dai media nonostante abbiamo sollecitato già da febbraio l’attivazione di una cabina di regia coi quattro ministeri competenti per trovare le soluzioni necessarie al rilancio del vettore”.
 
Secondo le sigle di categoria, “deve essere chiaro una volta per tutte se vogliamo o no una compagnia di bandiera all’altezza delle concorrenti degli altri paesi europei e che faccia gli interessi economici italiani senza fare macelleria sociale lasciando senza lavoro migliaia di lavoratrici e lavoratori. Ciò tenuto conto anche degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che mira al rilancio dell’economia italiana: un progetto di difficile attuazione qualora la Newco partisse con le ali tarpate. Tutte queste ragioni stanno alla base dello sciopero previsto per il 18 giugno, unitamente alle ulteriori problematiche che affliggono i lavoratori dell’intero settore del trasporto aereo.
 
"Il governo ora convochi subito le parti sociali per condividere un percorso che permetta di finalizzare l’intera operazione, garantendo la mobilità dei cittadini, la connettività del Paese e soprattutto di mantenimento dell’occupazione", hanno concluso le organizzazioni sindacali.

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