“Non si può che rimanere esterrefatti di fronte alla virulenza degli attacchi portati avanti in modo trasversale verso il sistema delle soprintendenze. Attacchi che rivelano una profonda insofferenza verso le norme che regolano la tutela del nostro patrimonio paesaggistico e culturale a cui vengono opposte visioni parziali dello sviluppo sostenibile e interessi localistici”. Ad affermarlo è la Fp Cgil, aggiungendo che, tali attacchi, “si accompagnano alle preoccupanti misure annunciate dal governo in tema di semplificazione sia in riferimento ai procedimenti di tutela del patrimonio che rispetto all’annunciata revisione del Codice appalti”.

Il ministro Franceschini, continua il sindacato, “ha opportunamente ricordato l’articolo 9 della Costituzione e che le Soprintendenze applicano leggi dello Stato, anche se ha ricordato che le leggi possono essere cambiate. Le norme sono già state cambiate e purtroppo hanno prodotto un indebolimento generale dei sistemi di tutela a cui oggi si aggiunge questa sorta di ulteriore delegittimazione culturale del ruolo sociale delle Soprintendenze. In nome delle velocità si bypassano norme essenziali per la tutela del patrimonio archeologico e in nome della transizione ecologica quelle che tutelano il paesaggio. L’idea di una Soprintendenza unica nazionale per l’attuazione del Pnrr, con poteri di intervento sostitutivi sulle Soprintendenze territoriali, appare come un commissariamento di fatto, una operazione che servirà come foglia di fico alla cosiddetta semplificazione nel rilascio dei pareri Via”.

Per la Fp Cgil, “il ministero della Cultura non ha bisogno di ulteriori interventi normativi, ma di un processo riorganizzativo profondo di cui oggi non si vede traccia nemmeno nelle decantate linee programmatiche del Pnrr. Servono investimenti seri nella digitalizzazione delle prassi amministrative che semplifichino le prassi burocratiche e abbrevino i tempi dei procedimenti, serve un piano occupazionale massiccio e finalizzato all’intera copertura di carenze che a fine anno raggiungeranno la metà del personale previsto, serve una determinazione dei fabbisogni professionali congrua ed adeguata ai processi di innovazione organizzativa, serve una battaglia contro la deregolamentazione dei diritti e dei salari presente nel mercato del lavoro, abbattendo e non favorendo la logica dei massimi ribassi negli appalti. E serve certo maggiore collaborazione tra uffici statali e quelli territoriali, magari approvando in fretta i Piani Paesaggistici finora approvati solo da poche Regioni”.

Per queste ragioni il sindacato fa sapere: “Noi non assisteremo inermi a questo ulteriore colpo che si vuole infliggere ad un sistema di tutela del patrimonio culturale che è diventato un esempio per tutto il mondo e saremo al fianco dei lavoratori, delle associazioni e dei cittadini che stanno denunciando purtroppo inascoltati le conseguenze di scelte disastrose per il futuro del nostro patrimonio culturale e questo profondo attacco all’art.9 della Costituzione”, conclude la Fp Cgil.