“Non amo il termine 'ascensore sociale', non credo renda l'idea. Noi siamo e dobbiamo essere un avamposto di civiltà, in una società aperta al dialogo che vuole crescere e formare persone”. Quando Maristella Mortellaro parla di scuola, studenti e diritti, si emoziona. Anche se la voce rimane ferma e traspare un carattere risoluto, deciso. Da anni insegna diritto all' “Elena di Savoia”, storico istituto tecnico-professionale del centro storico di Napoli. “Qui presso la sede di quello che un tempo era un istituto autonomo, il 'Diaz', ha studiato anche Pino Daniele, a cui abbiamo dedicato un'aula”, dice orgogliosa. 

Maristella, che è anche delegata della Flc Cgil, è impegnata in prima persona contro uno dei fenomeni più preoccupanti del nostro paese: la dispersione scolastica, ovvero l'ingiustificata e non autorizzata assenza di minorenni dalla scuola dell'obbligo. “Parliamo d'inclusione a 360° - spiega la professoressa - : famiglie a rischio, portatori di handicap, ragazzi e ragazze con bisogni speciali, stranieri e persone in difficoltà. Come corpo docente, le nostre funzioni strumentali ci permettono di seguire lo sviluppo e la realizzazione di progetti d'inclusione, rivolti a chi si trova in difficoltà e pensa di lasciare la scuola”. 

Anche con il sostegno dell'assessorato alla Formazione della Regione Campania e dell'Istituto “Elena di Savoia”, lei e gli altri insegnanti continuano a progettare, ad investire molto nella lotta alla dispersione scolastica e all'abbandono degli studi, grazie anche a contributi mirati e competenze professionali sviluppate con piani di formazione e auto-formazione. La professoressa sottolinea come questi siano importanti per migliorare e innovare dal basso, partendo proprio dagli insegnanti. Gli obiettivi sono sempre gli stessi: confrontarsi, capire e non lasciare indietro nessuno. 

“Abbiamo creato – continua Mortellaro – una rete territoriale di contatti sul territorio per includere, integrare e raggiungere tutti. I nostri progetti sono rivolti agli studenti e alle loro famiglie. È il docente che coordina il funzionamento del consiglio di classe e monitora con attenzione le situazioni difficili. Noi interveniamo quando si verificano casi di assenze prolungate, o assenze saltuarie ma non motivate. È fondamentale mantenere vivo un contatto tra la scuola e le famiglie, parlarsi e stare insieme”. 

La pandemia ha rappresentato per la scuola un grosso problema, ma secondo la professoressa è stata anche l'occasione per ripensare alcuni progetti e mettere in discussione ciò che non funzionava. Fortunatamente, l'istituto napoletano è stato in grado d'intervenire perché già dotato di un coordinamento uniforme e di procedure standardizzate. Con le famiglie è stato poi siglato un Patto educativo di corresponsabilità per vigilare meglio sugli alunni e coinvolgere i genitori. 

Se però parliamo di Dad, le posizioni sono chiare: secondo la docente, un'esperienza di vita concreta non può essere rimpiazzata da una simulazione della realtà. “La didattica a distanza – riprende la docente – non può sostituire quella in presenza. In questo istituto abbiamo diversi laboratori e altri spazi predisposti per l'insegnamento pratico: non poterli utilizzare è penalizzante. Parlarsi e guardarsi è fondamentale, ed è doloroso non poter riconoscere i miei alunni. Molti li ho conosciuti solo con la  mascherina o in videoconferenza”. 

Pandemia a parte, la professoressa afferma che per combattere la dispersione scolastica è indispensabile lavorare su alcune questioni. Ad esempio, è necessario saldare il percorso delle scuole medie a quello delle superiori, ma anche lavorare sulle motivazioni con tutti i mezzi che si hanno a disposizione, così come rafforzare la collaborazione e le relazioni tra le scuole, i docenti e le famiglie. Importante è infine il percorso dell'orientamento scolastico, perché strettamente correlato al futuro degli studenti e delle studentesse. 

“Le sfide che ci attendono sono molteplici”, conclude Mortellaro: “Dobbiamo spingere gli studenti a cercare il percorso più adatto a loro, in modo da far comprendere che le opportunità e i percorsi formativi ci sono. A Napoli, ma non solo, quando abbandoni la scuola troppo presto rischi di cadere nell'illegalità. E noi non vogliamo che si avvicinino a chi promette facili guadagni”. 

Secondo la docente, la priorità è rappresentare il futuro e mostrare che ci sono speranze, occasioni e alternative alla violenza e alla costrizione. Con l'obiettivo di proiettare i giovani verso quello che vorranno essere. “Oggi ho incontrato famiglie in difficoltà più o meno serie. La scuola deve essere anche questo: una guida, una dimensione affettiva in grado di far sentire accolti studenti e famiglie. Questo dobbiamo essere oggi”. 

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