L'obiettivo era quello di far arrivare la voce del mondo del lavoro dell'Umbria all'interno del palazzo della Regione, in concomitanza con il consiglio regionale. E l'obiettivo è stato centrato: nonostante le difficoltà imposte dalle restrizioni dovute al Covid, martedì 23 marzo le piazze dell'Umbria, a partire da quella di Perugia, proprio di fronte al palazzo del governo regionale, si sono riempite delle bandiere di Cgil, Cisl e Uil e di tante idee, proposte, interventi e testimonianze di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati, collegati tra loro via web per amplificare la voce di quel pezzo importante di società rappresentato dal sindacato, che chiede di essere ascoltato. 

Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello, Orvieto, Castiglione del Lago, Norcia, Gualdo Tadino e Pantalla: questi i luoghi dai quali sindacati e lavoratori hanno fatto sentire la propria voce, parlando di sanità e scuola, di vertenze e futuro dell'industria, di turismo, ambiente, cultura. “Abbiamo scelto di tornare in piazza, nel pieno rispetto delle disposizioni anti-covid, ma con grande determinazione, perché c’è bisogno che la politica regionale prenda coscienza della gravità della situazione che la nostra regione sta vivendo – ha detto nel suo intervento il segretario generale della Cgil dell'Umbria, Vincenzo Sgalla - Siamo stati per due mesi l’epicentro del contagio e abbiamo ancora tassi di occupazione delle terapie intensive 15 punti sopra la media nazionale. La campagna vaccinale è partita male, posizionando la nostra regione agli ultimi posti per tasso di popolazione vaccinata e queste gravi carenze non sono frutto del caso o del destino cinico e baro. Incide molto una politica sbagliata e miope in materia di sanità, con le mancate assunzioni, la disorganizzazione della rete ospedaliera, le tante scelte prese senza ascoltare le lavoratrici e i lavoratori”.

Alla manifestazione umbra ha voluto esserci, seppure a distanza, anche Maurizio Landini, segretario generale della Cgil nazionale: “Voi state chiedendo a gran voce alla vostra Regione che ascolti i bisogni delle persone che lavorano e le proposte che come organizzazioni sindacali abbiamo avanzato – ha detto Landini in un messaggio rivolto a lavoratrici e lavoratori dell'Umbria – Combattere la pandemia significa proprio investire sul lavoro, significa fare assunzioni in sanità, vuol dire stare dentro al piano dei vaccini in modo serio, ma vuol dire anche ricominciare a fare gli investimenti pubblici e privati, avere un'idea di sviluppo anche del vostro territorio. Senza l'intelligenza del lavoro i problemi non si risolvono”.

 

 

E quell'intelligenza i sindacati umbri chiedono di metterla in campo ora, visto le enormi risorse economiche a disposizione. “Non possiamo fallire questa sfida – hanno rimarcato i sindacati - perciò chiediamo alla Regione di utilizzare le migliori energie e di coinvolgere tutti i portatori di interesse affinché questi fondi siano spesi bene. I lavoratori e i cittadini dovranno essere protagonisti e servirà concentrare le risorse europee su poche e qualificate proposte. Sono anni che chiediamo un nuovo progetto per l’Umbria, che chiediamo di contribuire a ridisegnare una regione che non sia più ultima in classifica. Vogliamo essere all’altezza di questa storia e per questo proseguiremo nelle nostre iniziative, cercheremo di allargare il consenso verso le nostre proposte e moduleremo la protesta a seconda delle risposte che la politica ci darà”.