Regine sono quelle che hanno abitato stanze e saloni della Reggia di Caserta. Ma regine del proprio futuro e della propria vita sono anche le donne che producono le Ghiottonerie di Casa Lorena, tra queste ultima nata, la marmellata di arance. Di marmellate in realtà, ne preparano da tempo: dal 2012 quando l’attività è partita, hanno i sapori e i profumi di pera e cannella, di mele annurche e cannella, e di pera e cardamomo, o ancora di percoche o di pesche e amaretti. Frutti rigorosamente del territorio, quello della provincia di Caserta, come al territorio appartengono gli ingredienti della piccola pasticceria come taralli e biscotti e Ciocco Blu, crema di nocciole e cioccolata realizzata esclusivamente con latte di bufala.

Ma la marmellata di arance vale doppio. Non solo è piena della voglia di riscatto delle donne che sbucciano gli agrumi, tolgono i noccioli, sminuzzano la polpa, cuociono e invasano. Non solo le materie prime, come dicevamo, arrivano dal territorio, ma le arance fino allo scorso anno erano destinate al macero naturale o allo smaltimento oneroso: sono quelle delle 300 piante da frutto che arricchiscono il parco della Reggia. E ancora questo miracolo di sapori e di economia circolare si realizza a Casal Di Principe all’interno di un bene confiscato alla camorra: a Casa Lorena.

Lorena Cultraro aveva 16 anni quando nel 2008 fu stuprata e uccisa a Caltanisetta da una baby gang. A lei la Cooperativa E.V.A., che in Campania ha fondato e gestisce altri centri anti.violenza e case rifugio, ha voluto dedicare la Casa nata nella ex villa di Dante Apicella, una sorta di fortino reso inaccessibile da alti muri e che protesse la latitanza di Francesco Schiavone detto Sandokan. Insomma lavoro, economia circolare e lotta all’illegalità la ricetta vincente.

“Sono 4 anni che sono dipendente – racconta Stella – e ora ho anche un contratto a tempo indeterminato. Sono dipendente e così non dipendo più da nessuno”. E già perché Stella, come le sue compagne è sfuggita alla violenza di un uomo che diceva di amarle e invece la picchiava. Per rinascere ha avuto bisogno dell’incontro con altre donne, di una casa, di un lavoro, il tutto condito dal profumo, sì anche in questo caso profumo, di legalità.

Antonia è un nome di fantasia per coprire quello straniero di chi è sfuggita alla tratta e allo sfruttamento. Ha mani affusolate che selezionano le arance come accarezzandole, racconta del lavoro onesto che serve a se e a suo figlio: “Per me questo lavoro significa tanto, mi sento bene. Sono una donna forte e molto felice perché per la prima volta nella vita ho un lavoro”.

E ancora Mena, la si sente parlare e si percepisce che sorride. Sorride dopo oltre 40 anni vi violenze e soprusi: “Il lavoro è troppo importante, prima non potevo nemmeno uscire di casa, figurarsi lavorare. Il mio defunto marito mi picchiava, mi ha buttato in un pozzo e minacciata con la pistola. Io sono fuggita dall’incubo sulle ali della libertà”.

Il lavoro strumento di riscatto, di autonomia, di indipendenza. Ma anche come grimaldello per scardinare le troppe e diverse forme di illegalità: quella di chi sfrutta le donne e fa tratta di loro, quella di chi sfrutta il lavoro privandolo di tutele e diritti. Quello di chi sfrutta il territorio e la società attraverso l’infiltrazione illegale nell’economia.

E non è un caso che a Casa Lorena, oltre al ai servizi di accoglienza, consulenza legale, ospitalità per le donne e i loro figli, ci sia anche uno Sportello Lavoro: “Il servizio di inserimento socio-lavorativo è rivolto a tutte le donne che afferiscono al centro. Lo sportello è gestito da un’esperta del settore per orientare le ragazze e le giovani donne alla formazione e all'inserimento nel mercato del lavoro. Le utenti trovano informazioni sulle opportunità di occupazione, sul mercato del lavoro locale, sulle regole, sulle normative e sulle risorse territoriali. Lo sportello cura il raccordo tra quella parte informale di domanda ed offerta di lavoro che stenta a circolare e che rischia di restare sommersa e irregolare”.

Dallo scorso 3 marzo la prima produzione della Marmellata delle Regine, come gli altri prodotti delle Ghiottoneria di Casa Lorena (le ghiottonerie sono tante e tutte meritano di essere assaggiate), è in vendita. Oggi solo online, ma quando in musei riapriranno anche in quello della Reggia di Caserta. Il rapporto qualità prezzo è davvero straordinario e i proventi serviranno a finanziare i progetti di aiuto alle donne della Cooperativa E.V.A. Circolarità, appunto.