“Una prima presa di contatto, cui seguiranno altri incontri. La Cgil ha individuato nel completamento dei progetti in itinere e nella priorità di infrastrutturare le aree a maggiore deficit di sviluppo i due temi prioritari su cui concentrarsi”. È quanto dichiarano i segretari confederali della Cgil Giuseppe Massafra e Emilio Miceli al termine della prima delle due riunioni convocate per le mattinate di oggi e domani dal ministro Enrico Giovannini. 

“Con Fillea Cgil e Fiom Cgil - proseguono i dirigenti sindacali - abbiamo sottolineato come siano necessari una rigorosa attuazione del codice degli appalti, a cominciare dalla riduzione e dalla qualificazione delle stazioni appaltanti; un salto qualitativo nel rafforzamento delle strutture tecniche al centro ed in periferia; un rigoroso controllo di legalità ancor più necessario a fronte del più grande ciclo di investimenti pubblici che il Paese abbia mai gestito”.

Per Massafra e Miceli “il Pnrr deve essere un piano innanzitutto di nuova opportunità per il riequilibrio del Paese, a cominciare dalle sue aree a minore crescita, con una particolare attenzione al Mezzogiorno”. Da questo punto di vista, è stato sottolineato come “siano fondamentali l'integrazione e la complementarietà di tutte le risorse, a partire da quelle del nuovo ciclo programmatorio 21/27 e da quelle di bilancio statale. Ad oggi - sottolineano - rileviamo come punto debole del Pnrr l’assenza degli indicatori che misurano l'impatto sulle priorità trasversali dello stesso piano: giovani, donne e Sud. Probabilmente sarà necessaria una fase di coordinamento con il ministero del Sud e della Coesione territoriale”.

“Non bisogna sprecare l'occasione di una nuova centralità della domanda e dello stesso intervento pubblico e sarà indispensabile un sostanziale coinvolgimento delle forze sociali per centrare un obiettivo alto e sfidante: quello di essere capaci di spendere risorse imponenti in un tempo limitato. Questa sarà la sfida del medio periodo - concludono i due segretari confederali della Cgil - e il sindacato è pronto ad un impegno straordinario affinché questi obiettivi vengano raggiunti”.

"Speriamo che oggi non si sia consumato solo un rito formale al tavolo convocato dal Ministro Giovannini, ma che sia la positiva continuazione di un confronto costruttivo come avuto con i ministri precedenti” è il commento di Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, “Ci è stato comunicato che entro fino aprile vi sarà da parte del Governo un intervento -  forse un decreto - per semplificare alcuni passaggi, diversi dei quali ricompresi nel Codice stesso degli Appalti. Eppure tutti sappiamo non solo che con il decreto semplificazioni e la legge 120/2020 si è già intervenuto pesantemente in materia - trovando un equilibrio tra i diversi interessi in campo - ma anche che i primi dati, dall’Anac al Cresme, ci dicono che le norme cominciano a funzionare”.

Per il segretario Fillea le priorità su cui concentrarsi sono altre "se vogliamo che tutte le risorse a disposizione, da quelle previste dal Pnrr a quelle dell’Allegato infrastrutture “Italia veloce” fino a quelle del nuovo ciclo delle risorse comunitarie si traducano non solo in più occupazione, ma anche in un’occupazione più sicura e di qualità, occorre: assumere subito 3-4 mila tecnici a partire dai provveditorati alle opere pubbliche, in un momento in cui si fatica addirittura a trovare dirigenti per il ruolo di Rup; superare le ridondanze delle doppie Valutazioni di Impatto Ambientale, delle Conferenze dei Servizi, ecc.; provare a giungere, anche dopo che il Parlamento ha licenziato un testo base, ad una legge organica sulla rigenerazione urbana; applicare prontamente gli accordi dell’11 Dicembre e del 22 Gennaio scorsi sottoscritti con i sindacati di settore (specificatamente dedicati alle tutele dei lavoratori nelle opere pubbliche, comprese quelle finanziare dal Recovery Plan nella missione 3) che vincolano tutti i lavori da avviare a non ricorrere a straordinari, così da generare decine di migliaia di posti di lavoro aggiuntivi rispetto alla programmazione iniziale come richiesto dall’Europa, e magari estendere tali intese anche a tutti i lavori finanziati dal pubblico relativi alla cosiddetta Missione 2”.

“Sarebbe infatti assai curioso – conclude Genovesi – che mentre si predica il confronto con le forze sociali, si possa correre il rischio di scoprire dai giornali o dalla Gazzetta ufficiale interventi normativi che impattino direttamente sulla vita, la qualità del lavoro e le tutele delle lavoratrici e lavoratori delle costruzioni. Ci auguriamo che così non sia e che vi possano essere momenti di approfondimento più di merito, come da impegno preso dal Ministro e dagli stessi dirigenti del Ministero”.