Il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, illustra le linee di azione della sua riforma e apre il tema dei rinnovi contrattuali per 3,2 milioni di dipendenti pubblici. “Bene l’impostazione, ora servono atti concreti”, sintetizza la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti, al termine dell’incontro del ministro con i sindacati e l’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale pubbliche amministrazione. 

L’incontro di oggi, venerdì 12 marzo, era stato fissato in occasione della firma del Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale. Circostanza durante la quale Brunetta aveva dichiarato che con la sottoscrizione del documento “si inaugura una nuova stagione di relazioni sindacali”, che “il negoziato che si apre per il rinnovo contrattuale avverrà in questo contesto". Dichiarazioni d’intenti che hanno modo di essere messe alla prova dei fatti proprio attraverso i tavoli che hanno preso il via nella giornata di oggi. 

Nel merito Brunetta ha fatto sapere che le risorse a disposizione sono quelle stanziate nella legge di bilancio 2021 pari a 6,8 miliardi di euro (3,8 mld per gli statali) e 3 miliardi per regioni e autonomie locali, pari a un incremento di 107 euro medi in busta paga. Il ministero ha preparato una bozza di atto di indirizzo generale e una bozza di atto di indirizzo per le funzioni centrali per i rinnovi dei contratti pubblici che dovranno avere il vaglio del Mef. 

“Occorre aprire una fase nuova che riporti al centro delle scelte strategiche del Paese il lavoro pubblico e che scelga la contrattazione e il protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori come leve per il cambiamento delle pubbliche amministrazioni”, afferma Scacchetti, aggiungendo che “per aprire la stagione del rinnovo dei contratti, come proposto dal ministro in apertura dell'incontro, occorre da subito intervenire con modifiche legislative e scelte contrattuali: superare i vincoli sulla contrattazione integrativa, i vincoli che hanno limitato le carriere del personale, interventi necessari a sostegno della valorizzazione professionale coerenti con le peculiarità dei diversi settori, innovazione sui sistemi di classificazione, centralità della contrattazione, diritto alla formazione, riportare al negoziato il lavoro agile”.

Proprio sullo smart working Brunetta ha dichiarato che “è stata una risposta emergenziale che ha fatto imparare una modalità assolutamente nuova e innovativa, ma deve essere legata ai contratti, alle esperienze e alle esigenze delle aziende. Se lo pensiamo come strutturale lo vedo già imbrigliato in percentuali. Se l'azienda ha bisogno del lavoro a distanza lo organizza, se invece non ne ha bisogno non lo fa”.

“È necessario – conclude Scacchetti - lo stanziamento delle risorse aggiuntive necessarie per completare la stagione contrattuale riconoscendo la valorizzazione professionale di tutto il personale. È il momento che si acceleri il coinvolgimento delle federazioni di categoria per affrontare tutte le questioni aperte riconoscendo - conclude Scacchetti - le specificità dei diversi settori del sistema pubblico”.

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