L’amministratore delegato, il capo scientifico Rino Rappuoli e il responsabile della produzione David Serp alla fine hanno ceduto. Il sito Gsk di Rosia, vicino Siena, è disponibile a formulare, infialare e confezionare conto terzi i vaccini anti-covid. La battaglia della Cgil e della Filctem locali, quindi, ha portato a un primo, significativo risultato.

“La Gsk - dice ora la Filctem - ha confermato che quanto da noi sostenuto fin da gennaio in merito alla possibilità di utilizzare gli impianti esistenti è possibile, e senza bisogno di interventi particolarmente complessi”.

Della questione Collettiva si era già occupata nello scorso febbraio, con un reportage da Siena, nel quale si raccontava un territorio che, grazie a una lunga tradizione e alle sue eccellenze, sarebbe da subito in grado di contribuire in maniera significativa alla battaglia contro la pandemia da coronavirus.
 

Il reportage di Collettiva da da Siena 

Potenzialità che però si scontravano e si scontrano ancora con le resistenze legate soprattutto ai segreti industriali e alla politica dei brevetti adottata dalle aziende farmaceutiche. “L’unico, ed assurdo, problema, al momento - prosegue infatti, la Fictem Siena - è che, sia da parte delle diverse aziende produttrici del vaccino che del governo italiano, che si è già pronunciato in maniera netta sulla necessità che anche le imprese presenti nel territorio nazionale facciano la loro parte, non siano arrivati segnali di interessamento”. Quindi ad ora Gsk Siena”non rientra fra le aziende protagoniste nella lotta contro il coronavirus, né in un senso né in un altro”.

La crisi del settore a Siena, quindi, resta dietro l'angolo. Tutti i piani produttivi delineati a fine 2020 dalla Gsk sono saltati: “Visto che del miliardo di dosi di adiuvante per i vaccini Covid che doveva essere prodotto, forse nel 2021 ne rimarranno 100-150 milioni, con un calo di circa il 90%”. A questo si aggiunge poi la flessione di richiesta dei vaccini contro le meningiti sui quali da tempo Gsk ha concentrato le proprie capacità produttive, “tanto che al momento gli impianti sono sottoutilizzati e il personale, quando non invitato a fruire di periodi feriali, spostato da un reparto all’altro”.

“Le criticità sono del tutto evidenti – conclude la Filctem - e non vorremmo che, visto come si muovono le multinazionali, Siena fosse chiamata di nuovo, e a breve, a pagare e sostenere pesanti sacrifici”.C.