Sono oltre 18mila i posti di lavoro persi nel solo 2020 in Puglia. 220mila i lavoratori in cassa integrazione (fonte Istat/Bankitalia). La task force regionale creata per gestire le questioni urgenti che riguardano l'occupazione, ha gestito, tra luglio e dicembre, 54 fascicoli di crisi aziendali, con 8 mila lavoratori a rischio, il 40 per cento dei quali nell'industria. Complessivamente, le vertenze riguardano circa 19 mila lavoratori

Se il quadro della situazione dell’ultimo anno non basta, le previsioni sono ancora più fosche. La crisi pandemica rischia di bruciare 60mila posti di lavoro, tra turismo, servizi, industria e artigianato, secondo le stime di sindacati e associazioni datoriali dei vari settori.

“Da un lato – commenta Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia – il blocco dei licenziamenti, dall’altro il ricorso agli ammortizzatori sociali, hanno funzionato come tampone all’esplodere di una crisi sociale senza precedenti nella nostra regione. Eppure gli indicatori già ci parlano di un forte impoverimento reddituale delle famiglie e una contrazione di occupati legati soprattutto a forme precarie e stagionali di lavoro. Le previsioni legate al futuro sono davvero drammatiche, per questo serve investire presto e bene le risorse europee, a partire dalle progettualità legate al Recovery Plan. Con Cisl e Uil abbiamo avviato una cabina di regia con la Regione Puglia per definire strategie e obiettivi funzionali a uno sviluppo e alla crescita fatta di buona occupazione, sostenibilità ambientale, innovazione, e quindi investendo su processi, digitalizzazione, transizione energetica, infrastrutture materiali e immateriali”.